A Bologna un ciclo di incontri su Palazzo Leoni e il quartiere degli enigmi
Gli incontri :
Giovedì 2 ottobre alle 17
Simboli ermetici e sapienza antica nella Bologna di metà ‘500 conferenza di Franco Bacchelli
Giovedì 9 ottobre alle 17
L’Accademia Hermathema : Hermes e Athena nel Palazzo Achille Bocchi conferenza di Annarita Angelini
Giovedi 16 ottobre alle 17
Tra etica e sapienza: la civiltà dell’emblema In Emilia Romagna, conferenza di Elisabetta Landi e Ivan Orsini
Gli incontri si terranno a Bologna : Biblioteca Giuseppe Guglielmi dell’IBC, Palazzo Leoni, Via Marsala 31. Ingresso libero.
Situato in quello che nel corso del Cinquecento era un vero e proprio “quartiere della cultura”, Palazzo Leoni, l’attuale sede della Biblioteca dell’Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC), racconta una storia affascinante. Qui, infatti, nel tardo Rinascimento, gli studiosi si davano appuntamento per leggere i poemi classici e discutere di filosofia, come dimostrano gli affreschi ispirati all’Eneide e un ciclo di figurazioni simboliche svelate dai restauri. Pochi anni fa, infatti, da sotto l’intonaco sono riemersi alcuni medaglioni con simboli arcani, ispirati alla civiltà degli emblemi. Modello per questo ciclo pittorico, coperto per anni, forse per secoli, sotto l’intonaco, sono i Geroglifici, dati poi alle stampe nel XVI secolo e ritrovati effettivamente tra i titoli dell’inventario della biblioteca della famiglia Leoni.
L’opera, tra i testi preferiti da Marsilio Ficino, fu scritta all’inizio del ‘500 da Pierio Valeriano, al secolo Giovanni Pietro Bolzani Dalle Fosse, docente di eloquenza presso il Collegio Romano. “Valeriano” era persuaso che i “geroglifici”, che rappresentavano la filosofia ermetica di Ermete Trismegisto, costituissero una lingua sapienziale riservata ai sapienti, e un veicolo della saggezza antica. La famigliarità con questo tipo di cultura ci rivela l’elevato livello dell’intellettualità dei Leoni, il cui palazzo si trovava, come si trova tuttora, a pochi passi dal palazzo di Achille Bocchi, nell’attuale via Goito, sede dell’Accademia Hermathena (Hermes e Athena, ovvero Mercurio e Minerva), altra importante istituzione nel panorama culturale della Bologna del ‘500. Com’è noto, anche a Palazzo Bocchi si discuteva di filosofia ermetica, che anche Ulisse Aldrovandi conosceva bene, e fu proprio dalle dotte disquisizioni del circolo intellettuale dell’Hermathena che scaturirono le Simboliche Questioni.
Di quel circuito di cultura faceva parte Palazzo Leoni. Ma quel sapere, in realtà, ricopriva con contenuti cristiani i simboli provenienti dal mondo pagano. Non si dimentichi, infatti, che non appena si entra nella cattedrale di Siena la prima figura rappresentata dalla pavimentazione musiva, sulla quale si mettono inevitabilmente i piedi, è appunto quella di Ermete Trismegisto, né si sottovaluti che il più importante repertorio del simbolismo ermetico (alla base della filosofia orfico pitagorica) fu il Mondo Simbolico scritto da un gesuita, il Picinelli. Si trattava, insomma, di un “codice etico”, attraverso il quale si esprimeva un programma di elevazione spirituale e di auto perfezionamento, in linea con il dominante neoplatonismo del pensiero rinascimentale.
Elisabetta Landi
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