Un calendario per tutti…
Guai ai vinti!
Proviamo a giocare con un pensiero così, che la povertà sia oggi considerata alla stregua di una colpa di chi non ha: i poveri diventano indesiderati e fastidiosi, al punto che la sbandierata guerra alla povertà muta natura per diventare una guerra ai poveri. Che devono essere nascosti, resi inoffensivi, invitati a tacere, e se non tacciono devono essere narcotizzati, perché sono la rappresentazione di ciò che tutti noi potremmo diventare se un giorno la fortuna, che non solo è cieca ma anche abbastanza capricciosa, smettesse di considerarci suoi amici. Ma come? Nessuno può permettersi di mettere in dubbio il dogma per cui chiunque potrà riuscire, chiunque potrà comprare e avere un sacco di cose, perché insieme a quel sacco arriva – ci dicono – anche la felicità. Invece i poveri sono la prova provata che non tutti ce la fanno, che non è così scontato che si possa raggiungere l’obiettivo di sviluppare un consumo sempre più spensierato e agguerrito di oggetti di qualsiasi tipo purché eleganti, belli, lucidi, colorati (e costosi). C’è un inghippo, lungo la strada, ci sta la schiera di coloro ai quali le cose hanno detto male, o hanno avuto una disgrazia, o che si sono smarriti per ritrovarsi da soli.
I poveri devono mostrare la loro faccia triste ed estrema, perché in quella faccia estrema ci consoliamo pensando che a noi una cosa così, ah no, una cosa così non potrà mai capitare. Noi, noi siamo una cosa diversa.
Ma: e se un povero ridesse? Se un povero ci ricordasse che può essere divertente e amichevole? Se gli piacesse fare casino? Se avesse delle storie da raccontare?
Il calendario del 2019 delle Cucine Popolari mostra il volto allegro dei poveri e dei volontari – non quello sbiadito e affaticato della povertà, non quello concentrato e cupo del senso di colpa – e ci ricorda che chiunque ha una storia che vale la pena di ascoltare.
Le Cucine popolari trasformano i cibi in scadenza in pranzi gratuiti, in vita ciò che è destinato al macero, perché tutto torni a essere quello che dovrebbe essere. Sono il luogo semplice dove chi ha inciampato e tarda a rimettersi in sesto trova un pranzo e un amico con cui chiacchierare del tempo e del Governo.
Buone chiacchiere a tutti, allora, e buon pranzo.
Nella foto in alto Roberto Morgantini e Steve Mc Curry, le sue opere sono in mostra alle Collezioni comunali d’Arte al Palazzo Comunale
il calendario delle Cucine popolari, chi lo dona o lo acquista fa un gesto di solidarietà
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