E’ in corso a Bologna una mostra che si compone di quattro tondi di grandi dimensioni di Wolfango. Il pittore ha una storia a sè, è un outsider, ha dipinto fin dal ventre materne nel suo primo caveau espressivo, come a lui piace affermare, è vissuto poco distante dal centro di Bologna, per fare uscire le sue opere occorre tagliare i muri, la sua pittura è solenne, di grande formato di fattura lenta e minuziosa. La sua ottica zenitale, vedendo le cose dall’alto , la sua tempere è la natura in fieri, un attimo prima che lo splendore della forma si trasformi in altro lasciando alla natura l’ultima parola sul corso delle cose. Agente : la disposizione attiva dell’intelletto capace di astrarre la specie intelligibile dalla materia e di imprimerla nell’intelletto passivo o possibile che viene così attualizzato. Esso è dunque a un tempo il principio ultimo della conoscenza e la sua garanzia e Accidente significa ciò che appartiene ad una cosa e che può essere affermato con verità della cosa (in Aristotele) . In questo incrocio fra agente e accidente aristotelico nasce la pittura di Wolfango.
I bolognesi, trent’anni fa hanno conosciuto il pittore che ha esposto nella Chiesa sconsacrata di Santa Lucia, una mostra che ha raggiunto trentamila bolognesi che attoniti frugavano i misteri dell’universo e della smagliante pittura di Wolfango che rappresenta tramite un sapiente processo concettuale il tramonto dell’occidente di una civiltà che viene aggredita da agenti. Si dice che un critico d’arte vedendo l’opera di Wolfango si tirò da una parte, ma non servì l’Opera di Wolfango è l’Occidente, la sua bellezza e la sua fragilità e che ciò non ha bisogno di un filtro per essere spiegato alla gente.
Wolfango ebbe un committente che gli chiese di affrescare i soffitti della sua casa, il pittore rifiutò, il suo approccio alla pittura era al contrario, guardava dall’alto i suoi soggetti e non dal basso all’alto. Venne così concordato che il ciclo delle stagioni si potesse realizzare in quattro tondi , le quattro stagioni , in fondo una occasione imperdibile per descrivere come la natura e la bellezza non siano mimesi ma cammino di perfezione.
Oggi i quattro tondi, che si riferiscono alle quattro stagioni vengono esposti in Comune a Bologna, a Palazzo D’Accursio, e la curatrice della mostra è Alighiera Peretti Poggi, la figlia di Wolfango e Chiara Pozzati, che fin da bambina ha visto suo padre con la lente di ingrandimento a rifinire dettagli nei suoi quadri e che nel catalogo ha selezionato un’altra Opera nell’Opera di Wolfango suggerendo all’editore Roberto Mugavero (Minerva ed.) i particolari come una cavalletta in una posizione particolare, i maggiolini indaffararsi sui petali, le muffe delle arance incollate alla carta delle loro confezioni. Alighiera ha voluto come sottotitolo Concerto per frutta e verdura perchè seguendo Orazio ut pictura poesia si arriva alla musica al ritmo che si viene ad innescare l’ armonia diventa musicale. Il catalogo si può comodamente mettere su un leggio musicale e quando passi per sfogliarlo puoi cambiarne la pagina, trovandone in ogni dettaglio una stagione propria. E’ da un pò che il prof. Eugenio Riccomini parla di Wolfango, ne scrive quasi a non farsene una ragione che Wolfango è uno dei pittori più grandi del mondo, anche se ciò non dipende solo dal formato indubbiamente grande o grandissimo, ma per la raffinatezza dei dettagli e per la disinvoltura della realizzazione. Un’Opera così viene ad essere anche pura astrazione riverbero una Pop Art di raffinata fattura.
In tutti questi anni Wolfango ha rifiutato le regole del mercato dell’Arte si è tagliato automaticamente fuori, ma il Comune di Bologna e l’assessore alla Cultura Bruna Gambarelli alla richiesta della mostra non se l’è fatta ripetere : Wolfango è la pittura di Bologna nel mondo.
La conferenza stampa a Palazzo D’Accursio, la Sala Luca Savonuzzi dominata da un’Opera di Wolfango (Il Cassetto)