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Archive for giugno 2014

Subotzky_02 Subotzky Subotzky Ponte City

 

Mikhael Subotzky Ponte City

Zachmann Mare Mater_3 Zachmann Mare Mater_1 Zachmann Mare Mater_2

Zeichmann  mare mater 

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I fotografi hanno sempre documentato  le case e il modo di abitare dell’uomo, nell’ambito delle mostre di Reggio Emilia in occasione del Festiva della fotografia , Vedere uno sguardo infinito l’attenzione è stata riconfermata nell’antropologia dell’abitare in cui i fotografi di diverse nazionalità  hanno offerto le diverse visioni dell’abitare.

 

Anderson _1 Anderson

 

 

No place like home, Christopher Anderson

Bendiksen Bendiksen 3 Jonas Bendiksen_04 Jonas Bendiksen_01 Jonas Bendiksen_02

No place like home di Jonas Bendiksen

foto 5

No place like home di Sabine Sobollio 

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Nelle immagini che scattiamo con il telefonino o che ci affrettiamo a riprendere un suggerimento percettivo e filosofico sulla teoria della visione e della sezione aurea   di Leonardo Fibonacci . Anche questa installazione fa parte, a pieno titolo  di “vedere uno sguardo infinito” .

 

La teoria di Fibonacci_04 La teoria di Fibonacci La teoria di Fibonacci_01 La teoria di Fibonacci_02 La teoria di Fibonacci_03

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Nei giorni scorsi, a Bologna, all’Archiginnasio, sala dello Stabat Mater, ha avuto luogo la presentazione del libro di Walter Vitali. Ha coordinato Paola Bonora, è intervenuto il Magnifico Rettore dell’Università di Bologna, prof. Ivano Dionigi e l’assessore al Marketing del Comune di Bologna Matteo Lepore.
ANSA) – BOLOGNA, 19 MAG – Partire dalle città per creare uno sviluppo durevole, cioè che non si limiti a riprendere fili della crescita perduta, ma che rilanci pensando alle generazioni future. E’ questo l’ambizioso progetto che esce dal libro curato dall’ex sindaco di Bologna, Walter Vitali ‘Un’agenda per le città. Nuove visioni per lo sviluppo urbano’. “Vogliamo sollecitare una riflessione per tutte le città – ha detto Vitali, presentando il libro nella sala dello Stabat Mater a Bologna.

 

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Lo psicoanalista Carl Gustav Jung ci ha insegnato che le immagini sono simboli in progress , è stato il primo psicoanalista ad insegnare come lavorare sul serbatoio immaginativo come materiale grezzo ed informe a cui dare, via via un sistema al modo di pensare comune, che, dice, non è il pensiero indirizzato, intendendo l’esprimersi in forma verbale applicando una direzione con la mente. Il pensiero indirizzato, in forma verbale è orientato verso l’ambiente esterno, il pensare per immagini restituisce al mondo la nostra interiorità. Le connessioni fra situazioni ed immagini  portano alla luce le nostre esperienze , quel luogo dove la nostra coscienza si ammorbidisce  e diventa permeabile.

In questa morbidezza di confini fra immaginativo e verbale trovo ideale l’opera di Paolo Simonazzi, medico che girando per la sua professione o il suo diletto per la Bassa Padana ne ha tratto degli scorci inusuali, un pensare per immagini stivate in cantina, come è nascosta la nostra intimità.

Queste immagini sono contestualizzate al “Poema dei lunatici ” di Ermanno Cavazzoni, a cui hanno attinto da Fellini a Raffaello Baldini, da Francesco Guccini a Tonino Guerra , la felice definizione del poeta/cantautore Francesco Guccini “Fra la via Emilia e il West”. Profetizzando una globalizzazione.

Anche questo ripetersi del guardare rilanciandone il senso fa parte del “Vedere :uno sguardo infinito” e, aggiungo  sempre in movimento fra le  parti più occulte di noi.

                                                                                                                                    Roberta Ricci

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