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Archive for the ‘Aceto balsamico IGP’ Category

L’insensata guerra sui dazi intrapresa dal  presidente americano ha provocato e sta provocando effetti particolari.

La Repubblica Popolare Cinese importa dagli Usa principalmente a livello alimentare enormi quantitativi di soia e carne di maiale, e i dazi ne hanno provocato un brusco stop. Quindi nella sterminata e iperpopolata Repubblica erede di millenarie e misteriose dinastie, nonché della rivoluzione culturale di Mao Tse Tung hanno riscoperto, obtorto collo, gustosi piatti che affondano la loro origine nella notte dei tempi e esistevano assai prima del viaggio magico in Cina di Marco Polo, foresto de Venesia, fino alla Corte del Gran Khan Kubilai discendente di Gengis Khan, a Cambaluc l’odierna Pechino.

I ristoranti, i luoghi di ristoro e i chioschi di strada, nonché le massaie, hanno rispolverato le ricette a base vegetariana dei monaci dei conventi buddisti. Al posto del maiale che è onnipresente, seppure non a buon mercato nella cucina quotidiana cinese, vengono impiegate le tante verdure di cui è straricca la Cina, grande paese industriale ed altrettanto grande paese contadino con le sue innumerevoli comuni agricole.

Nei ristoranti i piatti a base di maiale vengono serviti con le ossa ricostruite con il bambu’ e viene così appagata anche la parte visiva alla faccia degli allevatori yankees, e come costoro allevano i loro maiali è meglio non saperlo.

Una notizia non buona viene dalla corte di ingiustizia, in questo caso, europea. Nei decenni l’Italia ha sempre, o quasi, ricevuto un trattamento da parente men che povero, dimenticando che l’Italia fu grande promotrice della comunità europea e che i primi accordi sulla fondazione della Unione europea vennero firmati a Roma. Solo pochi e competenti ministri dell’agricoltura italiani hanno saputo tener testa soprattutto a Francia e Germania, e più recentemente alla Spagna, che hanno sempre infierito nei confronti della nostra unica agricoltura e viticoltura.

Mario Ferrari Aggradi, Giovanni Goria e Paolo De Castro sono gli unici che hanno ottenuto risultati a nostro favore e impedito danni maggiori .

E cosi ci ritroviamo con la Germania e altri stati europei che possono commercializzare aceto di chissà quale provenienza come balsamico. Questo perché i giudici  (di Germania & C) hanno sentenziato che una azienda che non produce l’aceto in provincia di Modena o Reggio Emilia può proporre nel mercato un prodotto chiamato “aceto balsamico” a patto che non includa nel nome nessun riferimento geografico.

L’azienda tedesca Balema commercializza prodotti, quindi più di uno, a base di aceto provenienti da vini del Baden (Pinot Bianco, Muller Thurgau, Riesling e Pinot Nero le varietà più coltivate in questa teutonica land ) utilizzando la dicitura “balsamico”.

Il consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena aveva chiesto alla corte europea che la  Balema cessasse l’utilizzo della  denominazione aceto balsamico per i propri prodotti. La teutonica Balema ha fatto ricorso alla Corte di ingiustizia europea che ha sentenziato quanto detto prima.

Dal 2009 l’Aceto Balsamico di Modena è inserito nel registro delle IGP e non è da confondere con l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e Reggio Emilia che gode del marchio DOP. In sostanza tutti in Europa possono produrre aceti balsamici in chissà quale modo e con chissà quali vini o mosti, basta che nelle ingannevoli etichette apposte sulle bottigliozze non compaiano le diciture geografiche Modena e Reggio Emilia.

Grazie Europa! Umberto Faedi

Ha avuto luogo al Mast, nei giorni scorsi la proiezione di un film di Stefano Liberti ed Enrico Parenti “Soyalism” (2018 )

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