In una notte estiva, al Bravo caffè si è esibita la dott. Dixie Jazz Band, in una serata dal titolo “Remembering Nardo” e così nella strada pedonalizzata la gente ha sostato mangiando, bevendo e ascoltando musica dal vivo. A breve una stella del jazz anche per Nardo Giardina .
Archive for giugno 2016
Remembering Nardo al Bravo Caffè a Bologna
Posted in Bologna e la dr.Dixie Jazz band di Nardo Giardina, tagged Andrea Scorzoni, Andrea Zucchi, Angela Sette, Bravo Caffè di Bologna, Checco Coniglio, Dr.Dixie Jazz Band, Franco Franchini, Luca Soddu, Nardo Giardina, Stefano Donvito, Umberto Genovese, Valeria Burzi on giugno 28, 2016| Leave a Comment »
Le eccellenze italiane prendono il volo dall’aeroporto Marconi di Bologna di Umberto Faedi
Posted in Cultura del cibo, I vini italiani, Incontri, Italian food and wine, tagged Aeroporto Marconi di Bologna, Enrico Postacchini, Gianluigi Veronesi, Livia Zanetti, Paolo Bruni, Paoloo Bruni, Piero Valdisserra, Umberto Faedi, Vecchia Malga on giugno 27, 2016| Leave a Comment »
La bella giornata estiva accompagna la presentazione al Lounge Vip Bar all’aeroporto Guglielmo Marconi delle eccellenze enogastronomiche emiliano romagnole. In un Gate nel quale ha sede la Trattoria La Vecchia Bologna della Famiglia Chiari sono esposte in degustazione per i fortunati ospiti una decina di eccellenze regionali. L’Emilia Romagna vanta 40 tra DOC, DOGC, DOP e IGP che rappresentano il 40% delle intere Denominazioni riconosciute al nostro paese: alle altre 19 regioni resta il 60% da spartire fra di loro….. L’introduzione di Gianluigi Veronesi direttore editoriale di Degusta precede gli interventi di Stefano Chiari AD di Vecchia Malga Famiglia Chiari, Livia Zanetti presidente APT Emilia Romagna, Paolo Bruni presidente CSO e di Enrico Postacchini presidente dell’aeroporto. L’importanza dell’hub felsineo e’ testimoniata dalla costante crescita dei passeggeri che arrivano e partono dall’impianto e chi vi transita trova a disposizione punti di vendita dei prodotti tipici e luoghi di ristoro. La Famiglia Chiari da anni propone nei suoi negozi le squisitezze regionali messe in degustazione. Abbiamo assaggiato Sua Maesta’ Il Nero Campione del Mondo dei Formaggi del Caseificio Santa Lucia di Rocca di Roffeno invecchiato udite udite 120 mesi: divino! Prosciutto di Parma DOP Ghirardi18 e 24 mesi tagliato con la coltellina per non scaldarlo e la Spalla Cotta di San Secondo, la preferita da Giuseppe Verdi che apri’ un salumificio per produrla con un amico e se la portava seco nelle tournee’ musicali e nei viaggi custodita in apposite borse. La Spalla Cotta ha origine solamente da suini di grande taglia. Siamo poi passati alla Mortadella di Bologna Alcisa ovviamente presentata nelle varie forme gigantina, ovalina, pallottina e in vescica e al Salame Rosa che viene prodotto ormai solo da tre salumifici. Gusti particolari come quelli del Pecorino Dolce del Caseificio Valsamoggia realizzato con latte ovino proveniente esclusivamente da sei allevamenti dell’Appennino Emiliano. Piadina artigiana Frescopiada romagnola impastata con lievito madre, Sale di Cervia, olio di oliva delle Colline di Rimini e farina di grano tenero 100%: si sente davvero la differenza con quelle industriali. E poi le Tigelle montanare Valsamoggia impastate e cotte in diretta che abbiamo farcito col Prosciutto di Parma DOP. Non poteva mancare l’Aceto Balsamico di Modena IGP: l’Acetaia D Ricordano ne ha proposti tre invecchiati 12, 25 e 40 anni con una bella mostra di una batteria di botti. Davvero una leccornia. Con tutte queste eccellenze in abbinamento per dissetarsi Nani Spumante di Chardonnay che ha fatto 150 giorni di autoclave e Lambrusco Maestri ambedue della Cantina Ceci. La Famiglia Chiari ha un ristorante, un bar, una pizzeria, un negozio e una gastronomia italiana con vini e prodotti selezionati al Guglielmo Marconi distribuiti tra i vari piani dello scalo. Ha la sua sede storica a Zola Predosa in Via Roma 55/A e a Bologna e’ presente con La Baita in Via Pescherie Vecchie 3/A e con la gastronomia in Via Mazzini 93. Una tradizione familiare di selezione di eccellenti prodotti tipici regionali che viene portata avanti da parecchi lustri.
Umberto Faedi
EatPrato! 300 anni di storia e di vino di Umberto Faedi “Il Moschetto “
Posted in I vini italiani, tagged Prato wine and food, Tuscany, Umberto Faedi "Il Moschetto" on giugno 20, 2016| Leave a Comment »
Il dolce territorio collinare che circonda Prato era una zona di influenza etrusca. La citta’ e i suoi bellissimi dintorni possiedono un incredibile patrimonio ambientale, storico culturale ed enogastronomico purtroppo poco conosciuto. Il centro cittadino ha conservato le mura, il castello, il duomo e alcune chiese, palazzi come quello comunale ed altri veramente pregevoli. Vino, olio, pane, verdure, pasticceria, biscotti e piatti tipici possono soddisfare tutti i generi di palati. Eventi come EatPrato non possono che contribuire positivamente a far conoscere questa realta’ poco valorizzata. Adesso siamo al Ristorante Biagio Pignatta della Tenuta di Artimino per la lezione di cucina che la resident chef Michela Bottasso tiene per giornalisti e bloggers. Biagio Pignatta era il cuoco di Ferdinando de’ Medici che fece costruire la Villa che prende il suo nome e i partecipanti imparano ad impastare per realizzare pappardelle e strigoli. E’ il primo evento di EatPrato. Uova, farina, latte, tagliere, mattarello, unto di gomito e si procede. Poi quando gli allievi hanno terminato di fare la pasta la chef mostra come fare l’anatra alla Caterina de’ Medici. La realizzazione alla lampada e’ veramente suggestiva. Il ristorante si trova nell’ambito della Tenuta Artimino che comprende la cantina, l’hotel, gli appartamenti, il ristorante appunto, la paggeria dove risiedeva il personale di servizio e la Villa Medicea denominata La Ferdinanda fatta erigere dal Granduca Ferdinando I° de’ Medici nel 1596 che e’ patrimonio dell”UNESCO, detta la Villa dei Cento Camini. Il complesso sorge su una acropoli etrusca che porta ancora tracce di edifici di culto. Nei terreni collinari della tenuta sono presenti moltissimi ulivi dai quali viene ricavato un ottimo olio italiano extravergine. Sono 732 gli ettari complessivi dei quali 84 a vigneto. Canaiolo, Sangiovese, Malvasia, Cabernet Sauvignon, Trebbiano, San Colombano e Mammolo sono le varieta’ a dimora. Il vitigno Cabernet Sauvignon e’ stato portato in Italia da Caterina che aveva sposato Enrico II° di Valois re di Francia. Finita la lezione si pranza. Portano in tavola un Vin Ruspo Barco Reale di Carmignano Rosato DOC che rivela un bellissimo colore cipolla ed un ottimo temperamento con i suoi 13,5 dichiarati. Il nome viene dal muro che circondava la tenuta di caccia dei Medici. Viene abbinato con fiori di zucca ripieni di ricotta. Il Carmignano DOCG 2013 che dichiara 13,5 viene accostato ad una ribollita. Ecco gli strigoli conditi con le verdure dell’orto della tenuta e tagliatelle sempre alle verdure: io proseguo col Vin Ruspo. Arriva l’anatra di Caterina de’ Medici guarnita al Grand Marnier: molto gustosa. Assaggio il Carmignano 2013: potente e elegante combinazione di Sangiovese e Cabernet Sauvignon. Bel colore e bel carattere. Chiudono il pranzo Cantucci con Occhio di Pernice 2009 60% Sangiovese, poi Trebbiano e Malvasia che fa 5 anni in caratello: 2000 bottiglie solamente. Dopo la visita alla villa ci trasferiamo in centro a Prato presso il Palazzo Pretorio per la conferenza sul Carmignano. Il palazzo ospita un interessante museo con vestigia della grande civiltà’ etrusca. EatPrato prende spunto dall’anniversario dei trecento anni dall’editto sul Carmignano di Cosimo III° de’ Medici. Delimitava a 4 aree territoriali la messa a dimora e la coltivazione ed impediva ad altri di utilizzarne la dicitura. Molte Denominazioni e classificazioni anche importanti hanno molti meno anni di storia, alcune meno di sessanta anni . E’ questo il valore aggiunto, oltre il territorio, che fa grande un vino. Nel 1971 il consiglio comunale della cittadina di Carmignano delibera l’uscita dalla denominazione Chianti per lavorare sull’identità anziché fare squadra per vendere le bottiglie ed e’ la seconda data cruciale nella storia di questo vino. Nel territorio si trovano le condizioni migliori per l’altitudine che le piante di Sangiovese prediligono, oltre alle precipitazioni piu’ favorevoli. Pure il Cabernet Sauvignon trova ottima dimora in questi poderi. Prima di andare a cena in pochi fortunati saliamo sulla terrazza del palazzo comunale per fare un brindisi. Ci spostiamo al delizioso giardino sopraelevato Buonamici per la cena. Cominciamo la cena con bigne’ ripieni alla mousse di baccala’, poi gamberi su mattonella di burrata e granelli di pistacchio. Pane arabo allo zafferano con cipolla e crema di pecorino, cremoso di mortadella alla fragola e pistacchio, mezza sfoglia di Prato con mousse di pecorino 18 mesi a latte crudo e granelli di mandorla, crema di patate con polpo e salsa verde, sandwiches di sarde marinate al pomodoro e all’aceto e zucchine. A disposizione un banco di assaggio dei vini con le cantine del Carmignano per gli abbinamenti. Interessante una postazione con il Vermut di Prato che pare sia di antica tradizione. I dolci da assaggiare sono la Setteveli, la torta di Prato, le pesche e i gli immancabili Biscotti. Il secondo giorno siamo a fare colazione nella Pasticceria Mannori e il titolare Luca ci dice che l’attivita’ esiste da quattro generazioni. Il laboratorio si trova ad Agliana mentre annesso alla negozio c’e’ un reparto per le paste fresche, le brioches e i pasticcini. Luca Mannori ha vinto il titolo di Miglior Pasticcere del mondo con la Torta Setteveli e si e’ aggiudicato innumerevoli medaglie e riconoscimenti. Si e’ particolarmente specializzato nella confezione di mignon, monoporzioni e torte piccole. A piedi arriviamo al Biscottificio Mattei fondato nel 1856. La produzione fresca e’ affiancata dai prodotti destinati ad essere venduti fuori citta’. Elisabetta bisbis nipote del fondatore ci illustra il dolce repertorio. Vengono confezionati Biscotti di Prato, Filone ripieno di canditi e ciliege, Mantovana, Pan Biscotto, Savoiardi, Stiacciata, la cassata Dai Dai realizzata in simbiosi con una famosa gelateria di Castiglioncello, BruttiBoni, Pan di Ramerino e Pan Briosco. Ci spostiamo in Piazza del Comune per la lavorazione live della pasta madre e l’illustrazione del Pane di Prato che ci dà Marco Bardazzi che macina e produce farine nel suo mulino di Vaiano, uno dei due in attivita’ nel raggio di decine di chilometri. A pranzo ci rechiamo alla Trattoria Soldano in centro vicino al bellissimo duomo. Crescente e Spaccadenti fatti con le rimanenze del pane, una insalata con la trippa e poi gnocchi su filetto di triglia. Ci abbiniamo un Trebbiano Toscano. Per secondo piatto una ottima tagliata con rucola e Parmigiano Reggiano a scaglie contornata con una eccelsa cipolla brasata: e vai di Carmignano. Una deliziosa crema di panna cotta e uno zuccotto fiorentino chiudono il desinare abbinati ad un Vin Santo nel fiasco da mezzo litro con la paglia. Nel pomeriggio visito il Castello Federiciano, quello costruito piu’ a Nord durante il periodo imperiale conservato praticamente intatto: veranente molto suggestivo. Alle 17,30 nel giardino Buonamici si tiene un interessante laboratorio sulla Mortadella di Prato che contiene alchermes nell’impasto con il risultato di dare un colore spiccatamente rossastro al salume. Nel tardo pomeriggio va in onda la finale delle food bloggers. Le tre che hanno conquistato la finale si esibiscono in uno show cooking utilizzando solo prodotti alimentari del territorio. A seguire due cuochi pratesi preparano in diretta le ricette che hanno elaborato intervistati da Roberta Capanni. In contemporanea ci si puo’ dotare di bicchiere e assaggiare i vini della Denominazione Carmignano presso uno stand apposito. L’ultimo giorno vede in Piazza del Comune un cooking show con ricette preparate dai cuochi pratesi e una degustazione guidata al giardino Buonamici dedicata ai 300 anni del Vino Carmignano. E’ stato un bellissimo fine settimana che si e’ dipanato tra prodotti, territorio, citta’ e persone.
Umberto Faedi
Le foto sono di Umberto Faedi