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Archive for the ‘Premio Nobel Peter Handke’ Category

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Il premio Nobel per la letteratura 2018 (non assegnato l’anno scorso) è andato a Olga Tokarczuk, nata a Sulechow il 29 maggio 1962, scrittrice e poetessa tra le più acclamate della Polonia. La sua opera è stata tradotta in trenta paesi. I vagabondi (tradotto da Barbara Delfino per Bompiani), che ha vinto il Man Booker International Prize 2018 ed è stato finalista al National Book Award, è stato definito un collage postmoderno sul tema del viaggio. La motivazione del premio:Per la sua immaginazione narrativa che con passione enciclopedica rappresenta il superamento dei confini come una forma di vita.

Peter Handke, nato a Griffen, in Carinzia, il 6 dicembre  1942 è invece il vincitore del Premio Nobel per la letteratura 2019. Il suo libro più famoso è Infelicità senza desideri del 1976. Tra i suoi titoli: La donna mancina (1979), L’ora del vero sentire (1980), Lento ritorno a casa (1986). Handke ha inoltre firmato la sceneggiatura di alcuni film di Wim Wenders, tra cui Il cielo sopra Berlino. La casa editrice Quodlibet sta pubblicando tutta la sua opera teatrale; tra i titoli già usciti: Ancora tempesta e I bei giorni di Aranjuez. Il premio gli è stato assegnato:per il suo lavoro influente che con abilità linguistica ha esplorato la periferia e la specificità dell’esperienza umana.

Da Davide Ferrari : direttore artistico Casadeipensieri  aveva invitato Peter Handke, oggi premio Nobel per la Letteratura, alla Casadeipensieri nel 1996 .

Peter Handke Premio Nobel per la letteratura. Venne a Casadeipensieri alla Festa dell’Unità. Era il 15 Settembre del 1996. Un uomo geniale e difficile. Il tema era, fra altri, il conflitto nell’ex-Jugoslavia. Provammo a farlo conversare con Stefano Bianchini, un esperto formidabile del tema, e Giancarlo Bosetti, direttore di Reset. Presiedeva con intelligenza e attenzione Marco Capponi. Un incontro indimenticabile, sempre sull’orlo di una rottura. Gliene fummo grati e ancora lo siamo. Così lo raccontò Luciano Nigro su Repubblica.

Un articolo di Luciano Nigro in ricordo a Peter Handke quando venne a Bologna

PETER HANDKE FURIOSO ‘ GIORNALISTI BUGIARDI’ : tratto da “La Repubblica” 16 settembre 1996 di Luciano Nigro

https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/09/16/peter-handke-furioso-giornalisti-bugiardi.html?fbclid=IwAR39b-NPusB5iakdcXgR6iAgb66jslXFi7SLge7TzgNJRmrG9x825PpPjdo

Bologna “In 54 anni non mi ero mai rivolto a un tribunale, questa volta lo farò con Liberation, anche se lo considero un buon giornale”.

Peter Handke, una delle più interessanti figure della letteratura contemporanea, autore di un viaggio in Serbia che ha fatto scandalo, querelerà il quotidiano francese. Il motivo? “Ancora pochi giorni fa, mi ha accusato di aver negato le fosse comuni e i massacri di Srebrenica e di essere stato un filoserbo”. Sotto le Due Torri ieri per un dibattito alla festa dell’ Unità organizzato dall’ Istituto Gramsci, per la prima volta in Italia dall’ uscita del suo discusso Un viaggio d’ inverno, ovvero Giustizia per la Serbia (Einaudi, pagg. 90, lire 16.000), lo scrittore austriaco, l’ apprezzato autore di Infelicità senza desideri, L’ ora del vero sentire e la Donna mancina, conosciuto anche per aver firmato con Wim Wenders le sceneggiature di Falso movimento e Il cielo sopra Berlino, racconta con sorpresa la violenta accoglienza della stampa europea all’ uscita del Viaggio d’ inverno, in gennaio. “Mi sono sempre meravigliato della reazione così veloce e così uniforme della stampa, dopo la pubblicazione sulla Suddeutsche Zeitung della sola prima parte del mio libro. Il giorno dopo sul Corriere della Sera fui bollato come terrorista. Figlio di una donna slovena, altri scrissero che mi beffavo delle vittime slovene. Una risposta emblematica: mi fa pensare che forse anche i fatti iugoslavi hanno subìto un trattamento deformante”. E dire che quel viaggio Handke aveva intrapreso perché “qualcosa mi spingeva dietro lo specchio”. L’ autore del Saggio sulla stanchezza voleva “vedere da vicino gli aggressori” e capire perché “troppo rapidamente erano stati stabiliti e fissati sulla carta per la cosiddetta opinione pubblica mondiale i ruoli dell’ aggressore e dell’ aggredito, delle pure vittime e dei soli malvagi”. Troppo manichei i reportage di guerra, troppo violenti gli attacchi di Le Monde al regista Kusturica, troppo schierate le fotografie e le riprese televisive. Ma non era solo la “diffidenza verso le mistificazioni dei media” a metterlo in cammino. Voleva capire il perché dei massacri serbi, che c’ erano stati eccome, così come le atrocità dei croati. E, vista la Serbia, Handke racconta “come sempre, con un narrare lento e interrogante” la sua esperienza. “Unica eccezione la prima parte che è una riflessione critica”, riconosce il poeta che in tutta la vita ha scritto cinque o sei articoli. Il resto è descrizione del problema dal punto di vista estetico, filosofico e morale così come lui, austriaco, ha imparato da Wittgenstein e Musil. E adesso che cosa farà Handke, oltre che ricorrere ai tribunali? “Nella mia poetica ci sarà ancora più posto per la politica e la storia”, promette. “L’ attualità e la storia vengono trattati quasi esclusivamente da giornalisti. Io, però, ritengo che lo scrittore abbia il diritto di gettare il suo sguardo sulla realtà senza essere considerato un nemico”. Ma che idea si è fatto Handke della guerra in Bosnia, anche lui pensa come la sinistra radicale che il Vaticano e la Germania ne siano i responsabili? “Il mio lavoro è quello di raccontare e fare domande, non di dare risposte e commentare. Sono uno scrittore. Non un politico o un polemista”.

Cronaca dell’evento : la presenza di Peter Handke a Bologna il 16 settembre 1996 : la registrazione dell’incontro di Radio radicale relatore Marco Capponi

http://www.radioradicale.it/scheda/88298/futuro-presente-i-crimini-della-guerra-nella-ex-jugoslavia-le-responsabilita?fbclid=IwAR2LFxdnXB7F4nOjo7PgxtA3nfdE9B3cODqYNmW4IfZ1l5OCZItsWJoRYZQ

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