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Archive for marzo 2016

Tecnicamente parlando l’iconografia della Resurrezione è immaginata, il rotolamento di una pietra di un sepolcro, l’ascesa al cielo assieme ad angeli e santi. La pittura si è misurata su questo tema con una scala emotiva molto variegata. Si rinasce direbbe Michelangelo con la descrizione dei suoi corpi, il Rinascimento  o si risorge passando per una spiritualizzazione ?(G.Carlo Argan) Le Scritture, tuttavia, ci portano dritte dritte alla cena di Emmaus, dove un viandante viene invitato a cena da due persone che gli raccontano i particolari della Resurrezione avvenuta a qualche chilometro da lì. Solo a tavola Gesù si manifesterà . Ed è qua che inizia la visione caravaggesca : innanzitutto c’è un coinvolgimento dello spettatore nella scena, proprio di fronte a Cristo, e attraverso la gestualità dei commensali c’è un coinvolgimento dell’osservazione, in particolare si notino le inerti zampette del pollo che attraggono come le mani dei mani dei commensali ad una partecipazione alla cena , al banchetto della vita risorta . Michelangelo Merrisi , Il Caravaggio : “La cena di Emmaus”.

Caravaggio_-_Cena_in_Emmaus

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Nel 2012 la Doctor Dixie Jazz Band, nella quale hanno suonato anche Pupi Avati e Lucio Dalla, ha celebrato il sessantesimo compleanno. La band più longeva del mondo nella storia del jazz. Ne è stato fondatore, nel 1952, insieme al collega Gherardo Casaglia, Leonardo Giardina, nato a Bologna l’8 novembre 1934, purtroppo scomparso oggi. Si era laureato a pieni voti in Medicina e Chirurgia nel 1958, specializzazione in Ostetricia e Ginecologia, libera docenza in Clinica Ostetrica e Ginecologica, autore di oltre 50 pubblicazioni scientifiche. Ma anche: goliarda e trombettista affetto di una singolare passione per la musica portata qui dagli americani e diventata parte del nostro patrimonio culturale, il jazz, da via Orefici alla sala Paradiso dell’Arci Bellaria. Giardina era orgoglioso di abitare nella casa che Gioacchino Rossini fece edificare per sé a Bologna. Sigillum Magnum dell’Ateneo Bolognese, il Comune lo ha insignito della Turrita d’Argento, nonché, insieme alla Band, del Nettuno d’oro. Lo ricordo come uno di quelli con cui non c’era tempo per le chiacchiere: perché urgervano sempre cose da fare. Un signore: ma che sapeva mettere tutti a proprio agio. Le mie condoglianze alla famiglia.

Sotto: un’immagine di Leonardo Giardina (al centro) con Lucio Dalla e la Doctor Dixie Jazz Band.

                                                                                                 Marco Macciantelli

nardo

foto Nardo

una foto risalente alla dr. Dixie Jazz Band quando si chiamava Rheno Jazz Band

il video di Marco Vaccari postato da Baldassarre Giardina

 

La mia intervista a Nardo Giardina

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La Tequila è un nobile distillato che ha origine dall’agave blu. Fuori dal suo paese d’origine è conosciuta più che altro per l’uso che ne fanno soprattutto i giovani come aperitivo. Casa Noble è stata fondata nel 1776 ed è una delle marche più antiche di Tequila messicana. La distilleria si trova nell’omonima cittadina di Tequila e quasi nessuno sa che esiste una località che si chiama proprio così nello stato messicano di Jalisco. Casa Noble usa per i suoi prodotti soltanto il tipo più pregiato di agave, la Blu Tequilana Weber, coltivata in terreni di proprietà situati nelle immediate vicinanze della distilleria. L’eccellenza della sua materia prima è confermata dall’ottenimento del prestigioso certificato USDA che ne attesta la produzione secondo i più rigidi standard biologici. Della compagine proprietaria di Casa Noble e del suo consiglio di amministrazione fa parte Carlos Santana, la celebre star del rock mondiale. Abbiamo avuto il privilegio di partecipare ad un eccezionale educational grazie alla presenza di Pepe Hermosillo che è colui che ha ideato Tequila Casa Noble. Con Pepe abbiamo avuto il piacere di stare in compagnia assieme a Luca Brugnaro regional manager Constellation Brands. Siamo andati al Re Sole Bistrot per apprezzare e conoscere la Tequila nelle interpretazioni dei cocktails preparati dal barman Enrico Scarselli. Ottimo preludio con Champagne Jacquart Extra Brut che Marcello De Vito, direttore commerciale Rinaldi, ha fatto servire agli ospiti e alla stampa presenti in segno di saluto. Il primo aperitivo Santa Negroni con Tequila Santa Anejo e Campari al rosmarino,

bergamotto e cetriolo: molto profumato e strutturato. A seguire uno splendido Margarita con Santana Reposado, sciroppo di agave e litchi cinese, sicuramente il più gradito fra quelli preparati. Il terzo con Santana Blanco Bloody Noble, pomodoro, sale nero delle Hawaii, bitter al finocchietto selvatico. Abbiamo accompagnato i cocktails con assaggi di salmone e burro per chi lo voleva, acciughe della Cantabria, formaggini alle erbe, Parmigiano Reggiano e rucola imbibiti di Aceto balsamico, prosciutto crudo e due tipi di pane tostato. All’ora di cena ci siamo recati a piedi al Ristorante Franco Rossi per apprezzare i piatti preparati dallo chef Lino Rossi che ha ideato appositamente il menu in abbinamento con le varie tipologie di Tequila. Franco Rossi fa gli onori di casa e serve Battagliola Le Gran Pignol Spumante vitigno Trebbiano Modenese e viene portato in tavola un celestiale salmone in sale con aneto affiancato da un bicchiere di Tequila Bianco Casa Noble che sinceramente preferisco allo spumante. Il connubio è riuscitissimo e il distillato esprime sentori che gratificano l’olfatto e il palato. Il primo piatto consiste in un delicatissimo risotto all’asparago verde con guanciale sfumato con Tequila Reposado Casa Noble. Contino a preferire l’abbinamento con il bicchier di Tequila. Come secondo viene presentato un filettino di vitello in crosta di Lardo di Colonnata guarnito con sformato di carciofi legato con Tequila Anejo Casa Noble invecchiata due anni che gustiamo con bicchiere di tequila al seguito. Un delizioso semifreddo di cioccolato guarnito di frutti di bosco con la tequila Anejo invecchiata due anni. Ogni portata è stata intervallata dalle preziose parole che Pepe Hermosillo ha rivolto ai presenti supportato da Piero Valdiserra Direttore

Marketing Rinaldi che hanno anche risposto cortesemente alle domande dei fortunati invitati presenti. La magnifica cena preparata dallo chef Lino Rossi si é degnamente conclusa con una sorpresa: l’apertura e il servizio di Casa Noble invecchiato 5 anni in barriques di quercia bianca francese del Limousin: ogni bottiglia e’ differente dall’altra.

 Sono solo 300 le bottiglie firmate da Carlos Santana. La Fratelli Rinaldi Importatori di Bologna ha acquisito la distribuzione della Tequila Casa Noble. Una esperienza davvero unica!

 

Umberto Faedi

Casa Noble - Pepe Hermosillo e Carlos Santana

Pepe Hermosillo e Carlos Santana

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E’ scomparsa la prof.ssa Marisa Bollettieri Bosinelli, professore emerito dell’Università di Bologna dal 2011

Studiosa e docente di grande rilievo e spessore nel panorama dell’anglistica italiana e internazionale, ha pubblicato numerosissimi studi che spaziano dall’ambito letterario a quello linguistico e culturale. In particolare, si è occupata dell’opera di James Joyce, di traduzione multimediale, linguaggi specifici, traduzione e alterità culturale. Dagli anni novanta, ha portato in primo piano in Italia l’importanza degli studi sulla traduzione e sull’interpretazione e, in particolare, sulla traduzione multimediale. È stata invitata come visiting professor dalla University of Laramie, University of Cincinnati, University of Miami e dalla Stanford University.

È stata Presidente della International James Joyce Foundation, dal 2000 al 2004; presidente del “Centro Diego Fabbri”, di studi, ricerche e formazione sul teatro e i linguaggi dello spettacolo dal 2005 al 2012; componente del Consiglio Direttivo dell’Associazione Italiana di Anglistica (1984-87); nel giugno 1986 è stata eletta membro del “Board of Trustees” della James Joyce Foundation e designata come responsabile del programma scientifico dell’XI International J. Joyce Symposium, presso la Fondazione Cini di Venezia; ha inoltre partecipato al comitato scientifico fondatore della “James Joyce Foundation di Zurigo”, uno dei centri di ricerca su Joyce più prestigiosi a livello mondiale, e ha fondato, nel 2005, la rivista elettronica mediAzioni. Per l’Università di Bologna è stata inoltre componente dell’Osservatorio della Ricerca per l’area umanistica, del Consiglio direttivo della Scuola Superiore di Studi Umanistici, dell’assemblea della Fondazione Alma Mater e del Nucleo di valutazione. (Tratto da Unibo Magazine)

Mi è capitato di sentire una  lezione della prof.ssa Bosinelli su James Joyce, nell’ambito degli incontri sugli studi di genere, al Centro delle Donne di Bologna in Via Del Piombo, 5 la presenta la prof.ssa Raffaella Lamberti e la prof.ssa Bosinelli parla dei Finnegan’s Wake. La foto di copertina di Joyce è di Gisele Freund.

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Appartengo ad una generazione che ha visto la consacrazione della fotografa Diane Arbus che ha posto fine, tragicamente giovane alla sua vita, nel 1971. L’indagine visiva che proponeva nelle sue immagini era fortemente scrutante il mito americano , per la verità più nelle sue ombre che nelle sue luci, come avesse saputo fin dalle origini come andasse a finire quel modello di felicità e di armonia fatta tutta di cartapesta e di consumismo . Leggeva nei volti delle persone che fotografava la profonda inquietudine del vivere , il malessere, non trascurava nessun dettaglio , una costruzione dell’immagine attenta e scrupolosa, quell’idea del ritratto che le parti non fanno la somma, ma vanno oltre. Un pò come faceva August Sander che ha precorso il nazionalsocialismo con i suoi ritratti di persone per strada. Oltre dai mitici fotografi con i quali ha collaborato Diane Arbus , Richard Avedon,  anche l’esperienza di Wegee la attrae, quella del mondo notturno e delle creature affascinanti che lo popolano. Diane Arbus è una delle fotografe a cui si ispira Stanley Kubrick non solo come fotografo ma come regista, in Shining, le due sorelle sono la riproposizione delle due gemelle di Diane Arbus, e anche altre immagini colte sulla soglia di un’inquietudine sono ispirate alla Arbus, per stessa ammissione di Kubrick, le cui testimonianze sono apparse nella mostra di Kubrick fotografo a Genova (settembre 2013). La leggenda metropolitana su Diane Arbus racconta che il suo spirito narrativo che scruta i ritratti diventa sempre più vicino fino a quando questa interazione finisce per coinvolgerla   in modo distruttivo. I suoi ammiratori per consolazione si appigliano a questa sua antropologia della visione che finisce col toccarla intimamente, non tanto perchè Diane cercasse la stranezza nelle persone , ma perchè la sua ricerca le prende la mano e il cuore. E, confesso,  è una risposta che mi do  fin da quando ho visto l’opera di Diane Arbus.

                                                                                                                             Roberta Ricci

https://it.wikipedia.org/wiki/Diane_Arbus

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