Feeds:
Articoli
Commenti

Archive for the ‘Arte e il mito’ Category

 Come veniva vista Roma dagli artisti fiamminghi che tra il Cinquecento e il Seicento scendevano in Italia? Questa la domanda al centro della mostra “Aeterna” che la galleria Caretto&Occhinegro organizza negli spazi dell’Antonello Colonna Resort & SPA di Labico (Roma).

Come veniva vista Roma dagli artisti fiamminghi che tra il Cinquecento e il Seicento scendevano in Italia con il preciso intento di osservare, studiare, prendere a modello il nostro paese e il suo paesaggio storico e naturale? Questa la domanda al centro della mostra Aeterna. Il sogno di Roma nell’arte fiamminga tra ‘500 e ‘600 che la galleria Caretto&Occhinegro organizza negli spazi dell’Antonello Colonna Resort & SPA di Labico (Roma) dal 29 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024.

La mostra parte dal presupposto che, nella storia dell’arte occidentale, Roma, oltre a essere una città dalla storia millenaria, è anche un concetto. Tutto confluisce a Roma o vi si oppone. La Roma antica degli imperatori, quella dei papi, la città e le sue campagne, la Roma degli artisti. Una Roma multiforme che ha formato l’immaginario degli artisti. E fino a che punto, dunque, l’idea artistica di Roma ha qualche attinenza con il reale? Quando si trasforma in qualcosa di diverso? La mostra si propone di indagare alcuni di questi aspetti dal punto di vista storico e critico, attraverso una serie di casi di studio tradotti in una selezione limitata di opere, scelte per il loro particolare rapporto di estetica e di contenuto con Roma.

La linea di indagine è quella tipica della Galleria Caretto & Occhinegro, attraverso dipinti fiamminghi del Cinquecento e del Seicento, esposti per la prima volta in Italia messi in dialogo con reperti archeologici di epoca romana. La mostra si arricchisce inoltre di installazioni site specific realizzate con la collaborazione di Cavagnis Lacerenza Fine Art, galleria internazionale con sede a Milano, specialista di riferimento in Italia per le antichità classiche e la scultura europea. La mostra vuole anche essere occasione per mostrare una serie di opere inedite, riportate in dialogo diretto dopo secoli, alla scoperta di un capitolo cruciale della storia dell’arte. Tra tutte, la Giuditta con la Testa di Oloferne di Frans Floris, recentemente riscoperta dalla Caretto & Occhinegro ed eccezionale aggiunta al catalogo dell’importante autore, affiancata all’inedita statua del Bonus Eventus, monumentale scultura in marmo del II secolo d.C. L’opera, fatta restaurare da Cavagnis Lacerenza a seguito di un’accurata campagna di studio e ricerca, aggiunge un importante tassello nella storia del collezionismo.

Di più su

Finestre sull’arte

Read Full Post »

E’ un viaggio archeologico che attraversa il bacino del Mediterraneo sulle tracce del mito ma che vuole anche favorire multiculturalità e integrazione

Le tappe del viaggio di Enea

Leggere l’Eneide vuol dire scoprire le radici mitiche della nostra storia nata intorno al Mediterraneo, culla di civiltà e luogo di incontro fra culture, quasi il liquido amniotico della nostra Europa. La Rotta di Enea, attraverso un itinerario fatto di secoli e di molte soste nel Mediterraneo, è un percorso fisico, attraverso le località toccate dall’eroe troiano in fuga dalla sua città in fiamme in cerca di un nuovo inizio in una terra sconosciuta. E’ un viaggio ideale, perché parla della storia dell’uomo, sempre pronto a viaggiare, per scelta o per necessità, e a cercare casa dove regnano pace e prosperità, portando con sé affetti e saperi. È una rotta culturale, perché racconta attraverso l’archeologia, la natura, la letteratura, una storia avvincente nella quale tutti possiamo riconoscerci. Il viaggio tocca cinque paesi diversi, ventuno località diverse, tra le quali ben cinque siti UNESCO, ma anche molti altri luoghi straordinari ed affascinanti, tutti da scoprire.

La “Rotta di Enea” tocca diverse città mediterranee: Troia, Antandros, Ainos-Enez e (Turchia), Delos e Creta, Isole Strofadi e Azio (Grecia), Butrinto (Albania), Castro (Puglia), Hera Lacinia-Crotone (Calabria), Lo Stretto di Messina, la Costa dei Ciclopi, Trapani, Segesta ed Erice (Sicilia), Cartagine (Tunisia), Capo Palinuro, Cuma-Pozzuoli, (Campania), Gaeta e Lavinium-Pratica di Mare (Lazio), e, appunto, Roma.

Proprio il coinvolgimento di Roma, che vide Enea percorrere un itinerario che lo avrebbe condotto da Oriente ad Occidente, in fuga da Troia in fiamme fino ad approdare sulle coste laziali, ha favorito l’accoglimento di enti che aderiscono e contribuiscono al progetto, della Associazione Culturale romana Happening Cult, di Antonio Ricciardi, Diana Daneluz e Viviana Saraceni.

Il progetto lanciato dalla Associazione Rotta di Enea, presieduta da Giovanni Cafiero, prevede una collaborazione  con Istituzioni, Comuni, Enti territoriali, archeologi, ricercatori, studiosi, media ed operatori culturali per una diffusione dei valori del Mediterraneo, primi fra tutti quelli della multiculturalità e dell’integrazione, attraverso momenti di turismo culturale.

Del Comitato Scientifico fanno parte, tra gli altri, Fausto Zevi, archeologo membro dell’Accademia dei Lincei; Francesco D’Andria, Archeologo – Università di Lecce e corrispondente dell’Accademia dei Lincei per la Puglia; Rustem Aslan, Archeologo – direttore degli scavi del sito UNESCO di Troia, Vassilis Aravantinos, Archeologo, già Soprintendente della Beozia e Direttore del Museo Archeologico di Tebe.

Sulla capitale il coinvolgimento di Happening Cult nel progetto si concretizzerà per intanto nella organizzazione e promozione congiunta di eventi, conferenze, e itinerari guidati nei luoghi romani del transito di Enea, tra vestigia visibili del passaggio del Mito e racconto.

 Per conoscere “Rotta d’Enea”: http://www.aeneasroute.org

Per Happening Cult: http://www.happening-cult.com

Tratto da :

Read Full Post »

Alle ore 18 del 3 aprile 2021 dal Museo Egizio a Piazza Tahrir, nel cuore della città, è partita la Pharaohs Golden Parade, grande parata che vedrà protagoniste 22 mummie reali, risalenti alla 17esima, 18esima, 19esima e 20esima Dinastia: un corteo regale che si concluderà al NMEC – Museo Nazionale della Civiltà Egizia a Fustat, dove le 22 mummie troveranno definitiva collocazione in una sala loro dedicata, la Royal Mummies Hall.

La parata regale ha visto il trasferimento delle mummie di 18 re e 4 regine – tra cui quelle di re Seqenenre, che iniziò la guerra di liberazione contro gli Hyksos; la regina Hatshepsut, a cui è dedicato il tempio di Deir Al-Bahari sulla riva occidentale del Nilo, di fronte a Luxor; re Ramses II, il grande faraone del Nuovo Regno – al Museo Nazionale della Civiltà Egizia, primo museo del Paese a essere totalmente dedicato alla civiltà egizia.

Progettato dall’architetto egiziano El Ghazzali Kosseiba, il Museo conta su oltre 23 mila metri quadrati di spazi espositivi, progettati dall’archistar giapponese Arata Isozaki.

L’UNESCO fornisce al governo egiziano consulenza e supporto tecnico nello sviluppo di mostre e non solo: tra gli obiettivi dell’istituzione è diventare un punto di riferimento culturale per la popolazione locale e per il pubblico internazionale, valorizzando e promuovendo così l’immenso patrimonio culturale del Paese. Le collezioni del Museo saranno suddivise ed esposte per aree tematiche e cronologiche, finalizzate all’approfondimento dei diversi aspetti della storia e della cultura della civiltà egizia: Dawn of Civilization, The Nile, Writing, State and Society, Material Culture, Beliefs and Thinking e The Gallery of Royal Mummies, dove saranno esposte le 22 mummie della Pharaohs Golden Parade.

Di più su Artribune :

Read Full Post »

La mostra Ulisse. L’arte e il mito, allestita nei Musei San Domenico di Forlì, riapre al pubblico. Prorogata fino al 31 ottobre 2020.
Dopo la chiusura forzata, la mostra ai Musei San Domenico di Forlì dedicata alla figura di Ulisse riapre le sue porte al pubblico dal 19 maggio e sarà prorogata fino al 31 ottobre 2020. È stato possibile visitare virtualmente Ulisse. L’arte e il mito, attraverso i canali social e le molte iniziative digitali, ma adesso torna accessibile dal vivo, permettendo al pubblico di ammirare da vicino le opere esposte, nel rispetto delle misure sanitarie e di sicurezza previste (distanziamento tra i visitatatori, entrate contingentate, sanificazione degli spazi comuni, dispositivi di protezione personale).

L’esposizione sarà visitabile negli orari già previsti, preferibilmente mediante prenotazione dei biglietti, telefonando al numero 199.15.11.34 o scrivendo a mostraforli@civita.it o con l’acquisto online dei biglietti tramite il circuito TicketOne.

 

Omero, Troia, Ulisse. Dopo i grandi appuntamenti del Louvre di Lens e del British Museum dedicati rispettivamente al cantore di Smirne e alla città anatolica conquistata dai greci, lo scorso anno, apre il 15 febbraio ai Musei San Domenico di Forlì una nuova mostra internazionale che si sofferma sull’influenza dell’Iliade e dell’Odissea sull’arte e la cultura del mondo occidentale, dall’antichità ai giorni nostri. A differenza delle due che l’hanno preceduta nel 2019, dal taglio ampio (la storia culturale, l’archeologia) e con l’uso pregevole di strumenti multimediali, «Ulisse. L’arte e il mito», in programma fino al 21 giugno, si sofferma su di un solo personaggio, quantunque il più rappresentativo e conosciuto, e ha un’impostazione più tradizionale.

«Non solo un viaggio nell’arte ma un viaggio dell’arte», l’ha definita il suo ideatore e organizzatore Gianfranco Brunelli. La mostra di Forlì esplora come Ulisse è stato rappresentato, interpretato, reinventato dalle varie tradizioni letterarie e artistiche emerse nel corso di due millenni e mezzo: dai vasi attici alla videoarte di Bill Viola, da Omero a Joyce passando per la Commedia di Dante. Una mostra esclusivamente d’immagini.

Ulisse è di volta in volta personaggio dell’epica, mito e ispiratore di miti, personaggio archetipico dell’immaginario occidentale. Sempre citando Brunelli è «l’eroe dell’esperienza umana, della sopportazione, dell’intelligenza, della parola, della conoscenza, della sopravvivenza e dell’inganno, della consapevolezza di sé». La mostra ha un approccio prevalentemente cronologico, presenta circa 200 opere (in larga parte dipinti, ma anche sculture e manoscritti) provenienti da enti museali e collezioni private, in Italia e in Europa. Il percorso espositivo nell’ex complesso monastico si snoda attraverso 13 sezioni, il cui sviluppo è stato affidato a un nutrito gruppo di esperti (tutti italiani).

Di più :

https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/il-mito-di-ulisse-lungo-i-secoli/132733.html

Read Full Post »