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Archive for febbraio 2024

 A Venezia sono in arrivo la più completa esposizione del fotografo Helmut Newton e la serie di scatti inediti di Patrick Mimran: sono i protagonisti del programma 2024 de Le Stanze della Fotografia.

Venezia due mostre inedite animeranno il 2024 delle Stanze della Fotografia, l’iniziativa congiunta di Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini. Entrambe le mostre si terranno sull’Isola di San Giorgio. Il fotografo Helmut Newton (Berlino, 1920 – Los Angeles), presenta la più completa esposizione di opere che ripercorrono la sua intera vita umana e lavorativa. In programma dal 28 marzo al 24 novembre 2024, la retrospettiva intitolata Helmut Newton. Legacy, è a cura di Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation, e Denis Curti, direttore artistico de Le Stanze della Fotografia di Venezia. All’anagrafe di Berlino è Helmut Neustädter, ma il mondo ormai lo conosce come Helmut Newton. Il titolo della mostra evoca l’immensa eredità lasciata ai posteri che si potrà ripercorrere, passo dopo passo, nello spazio dell’Isola di San Giorgio Maggiore, affacciata sul Bacino di San Marco. L’esposizione racconta la carriera di un protagonista del Novecento che ha lasciato un segno nella moda, come dimostrano le collaborazioni con la rivista Vogue e con stilisti quali Yves Saint Laurent, Karl Lagerfeld, Thierry Mugler e Chanel, ma anche nel nuovo modo di approcciarsi al nudo femminile, testimoniato nel suo celebre Big Nudes. Il libro cult del 1981 raccoglie i 39 scatti in bianco e nero, molti presenti in mostra, pionieri della gigantografia e degli scatti a grandezza umana. Sospesi tra acqua e cielo, gli scatti di Newton a Venezia enfatizzano ancora di più lo stile elegante e audace del fotografo. L’eredità di Newton sarà raccontata in sei capitoli cronologici: gli esordi degli anni Quaranta e Cinquanta in Australia, gli anni Sessanta in Francia, gli anni Settanta negli Stati Uniti, gli Ottanta tra Monte Carlo e Los Angeles e i numerosi servizi in giro per il mondo degli anni Novanta.

https://www.lestanzedellafotografia.it

Helmut Newton, Elle (Parigi, 1967) © Helmut Newton Foundation
Helmut Newton, Elle (Parigi, 1967) © Helmut Newton Foundation
Patrick Mimran, Untitled (2023; stampa, 140x105 cm)
Patrick Mimran, Untitled (2023; stampa, 140×105 cm)

Di più:

https://www.finestresullarte.info/mostre/newton-e-mimran-venezia-mostre-2024-le-stanze-della-fotografia

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 L’Onda NuragicaArte, artigianato e design alla prova della preistoria a cura diGiuliana Altea, Antonella Camarda, Luca Cheri 
La mostra esplora l’influsso esercitato dalle civiltà nuragica e prenuragica sull’arte e la cultura del Novecento e del contemporaneo in Sardegna e in in diversi ambiti della produzione visuale: dalla pittura e scultura all’architettura, al design e all’artigianato, dagli audiovisivi ai social media e alla cultura di massaPadiglione Tavolara, 
Sassari2 marzo-8 luglio 2024 Inaugurazione2 marzo ore 12.00Costantino Nivola, L’archeologo fortunato,1987, bronzo patinato, Collezione Bibanca 
Dal 2 marzo all’8 luglio 2024 al Padiglione Tavolara di Sassari apre la mostra L’Onda nuragica. Arte, artigianato e design alla prova della preistoria, a cura di Giuliana Altea, Antonella Camarda e Luca Cheri, organizzata dalla Fondazione Nivola, promossa dal Comune di Sassari in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale “Giovanni Antonio Sanna” – Polo Museale Regionale della Sardegna, l’Università degli Studi di Sassari, e il supporto della Fondazione di Sardegna, di Bibanca e di ARS / Arte Condivisa in Sardegna.
 L’Onda Nuragica esplora l’influsso esercitato dalle civiltà nuragica e prenuragica sull’arte e la cultura del Novecento e del contemporaneo in Sardegna, esaminando i riflessi del “discorso nuragico” in diversi ambiti della produzione visuale: dalla pittura e scultura all’architettura, al design e all’artigianato, dagli audiovisivi ai social media e alla cultura di massa. Nel 1949 e nel 1950 due mostre di bronzetti nuragici, allestite all’Opera Bevilacqua La Masa di Venezia e alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, portarono la preistoria sarda all’attenzione della cultura internazionale. Si toccava il culmine di una riscoperta avviata già nell’Ottocento a opera di studiosi e di viaggiatori, quindi stimolata dalle campagne di scavo condotte nella prima metà del secolo. 
Le mostre del 1949-50, curate da Giovanni Lilliu e Gennaro Pesce, determinarono una svolta sia nelle scoperte archeologiche sia nel loro utilizzo in funzione ideologica. I bronzetti nuragici catalizzarono l’attenzione del pubblico e della stampa non solo in virtù della loro importanza storica, ma anche e soprattutto per la loro eccellenza estetica. La scoperta, inoltre, nel 1951, dell’imponente reggia nuragica di Barumini nel sud dell’isola, contribuì ulteriormente a eleggere gli antichi abitanti della Sardegna a modello per le generazioni presenti. Gli artisti e gli intellettuali sardi degli anni Cinquanta trovarono nella civiltà nuragica un riferimento ideologico forte, funzionale alla costruzione di una nuova identità regionale.Ne scaturì un preciso filone iconografico, che sarebbe durato fino agli anni Sessanta, reinventandosi poi nell’epoca postmoderna e contemporanea.  Sull’evoluzione del tema influirono l’impatto del turismo, la diffusione delle culture new age, i movimenti no global e neo global, l’emergere a livello scientifico di una rinnovata attenzione degli studiosi anche in campo internazionale e a livello di costume il fenomeno della fanta-archeologia. 
Una civiltà ritrovata
La mostra si apre con la prima fase della riscoperta moderna della cultura prenuragica e nuragica, dagli scavi tardo ottocenteschi e primo novecenteschi dell’archeologo Antonio Taramelli fino a quelli di Giovanni Lilliu, tra gli studiosi più influenti della Sardegna antica. Il racconto si dispiega attraverso documenti, foto e manoscritti, dalla Mostra Etnografica di Roma del 1911 per il Cinquantenario dell’Unità d’Italia alle due rassegne di Venezia e Roma del 1949-50, alla messa in luce nel secondo dopoguerra del sito di Barumini. 
Modernità nuragica
Forti delle teorie di Lilliu, che sosteneva l’esistenza di una continuità artistica tra il passato nuragico e l’età contemporanea, molti artisti degli anni Cinquanta e Sessanta attinsero a forme, temi e iconografie della preistoria sarda: Mauro MancaAusonio TandaGiovanni NonnisFranco d’Aspro, Maria Lai.Un apripista è – dalla sua postazione transatlantica – Costantino Nivola, tramite il quale la suggestione nuragica tocca anche protagonisti dell’architettura del Novecento come Le Corbusier Franco Albini.La ceramica è un campo privilegiato per l’applicazione dei temi nuragici da parte di artisti e artigiani come Federico Melis, Melkiorre MelisGiuseppe SilecchiaGavino Tilocca, Aldo Contini.
La suggestione nuragica tocca anche il campo del gioiello, rappresentato in mostra da un focus sull’orafo sassarese Salvatore Puggioni.
Con le nascenti fortune della Costa Smeralda e la trasformazione della Sardegna in destinazione privilegiata di vacanza, a partire dalla metà degli anni Sessanta il repertorio nuragico e prenuragico diventa riferimento per una vasta produzione di oggettistica turistica, che rivisita instancabilmente forme e motivi-tipo come la madre mediterranea, il guerriero, l’arciere e altri, spaziando dalla riproduzione più o meno fedele alla libera reinterpretazione, toccando talvolta le note dell’umoristico e del grottesco. 
Dal fantastico nuragico al nuragico fantasticoGli anni Ottanta vedono riaccendersi l’interesse per il mondo nuragico, liberato da ogni pretesa filologica e in linea con l’estetica massimalista del decennio. La straordinaria serie di tappeti nuragici di Aldo Rossi, nati da una collaborazione con ARP Studio e realizzati da Mariangela Cubadda e le Tessitrici di Zeddiani – provenienti dalla collezione Bibanca – ne è un esempio spettacolare, con le sue figure di guerrieri aggressivamente distorte e deformate e la decostruzione espressionista dell’architettura.
Nella ceramica, l’impulso fantastico genera coloratissimi mostri primordiali nell’opera di maestri come Pulli, Sciannella, ScassellatiDe Gonare, Demurtas.Il nuovo secolo vede da un lato una tendenza alla semplificazione formale e un ritorno alle fonti storiche del nuragico e del prenuragico, sia nella creazione di riproduzioni fedeli (Carmine Piras, Cooperativa Villa Abbas), sia nell’invenzione di un design di gusto contemporaneo ispirato al remoto passato dell’isola (Francesca Addari, Monica Casu, Domenico CubedduGiampaolo Mameli, Fernando Mussone, Maria Paola Piras, Pretziada, Monica Scassellati).
Il percorso si chiude con l’evocazione di una Sardegna arcaica e seducente nel video De Innui Ses, girato a Barumini per la sfilata Autunno-Inverno 2021 di Antonio Marras. La mostra sarà accompagnata da un fitto programma di eventi pubblici e laboratori, organizzati in collaborazione con l’Università di Sassari, nell’ambito dello Spoke “Turismo e beni culturali” finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Le civiltà nuragica e prenuragica sono oggi al centro del dibattito culturale in Sardegna, non solo nella ricerca scientifica e artistica, ma anche nella cultura di massa alimentata dai social media. Ricostruzioni più o meno fantasiose della preistoria dell’isola, onnipresenti in produzioni culturali diverse, dai romanzi ai videogames, dalla pubblicità alla street art, dimostrano che i Nuragici sono ancora tra noi.

Costantino Nivola, Pencil Points, maggio 1944, fotocollage
Mauro Manca, Composizione 2, 1957, tempera su carta, 70 x 50 cm

Collezione Fondazione di Sardegna L’Onda Nuragica Arte, artigianato e design alla prova della preistoria 
A cura di Giuliana Altea, Antonella Camarda, Luca Cheri. Assistenti curatori Antonio Ottavio Cattari, Luca Poddighe 
SedePadiglione Tavolara Via Eugenio Tavolara, 07100 Sassari
 Inaugurazione 2 marzo ore 12.00 
Date 2 marzo-8 luglio 2024 In mostra Francesca Addari, ARP Studio, Monica Casu,
Ceramiche Villa Abbas, Aldo Contini, CP Basalti, Mariangela Cubadda – Tessitrici di Zeddiani, Domenico Cubeddu, Franco D’Aspro, De Gonare (Salvatore Sechi), Dolores Demurtas, La Fucina, Maria Lai, Paolo Loddo, Giampaolo Mameli, Mauro Manca, Caterina Mele, Federico Melis, Melkiorre Melis, Fernando Mussone, Costantino Nivola, Giovanni Nonnis, P.E.M. (Perks and Mini), Giuseppe Pipia, Carmine Piras, Maria Paola Piras, Pretziada (Kyre Chenven e Ivano Atzori), Salvatore Puggioni, Claudio Pulli, Aldo Rossi, Franco Scassellati, Monica Scassellati, Angelo Sciannella, Scuola del Corallo, Giuseppe Silecchia, Roberto Sironi, Antonia Spanu Mesina, Studiopepe, Ausonio Tanda, Gavino Tilocca, Mariantonia Urru. 

Mostra promossa dal Comune di Sassari e organizzata dalla Fondazione Nivola Main sponsorFondazione di Sardegna SponsorBibancaARS / Arte condivisa in Sardegna Partner istituzionali Museo Archeologico Nazionale “Giovanni Antonio Sanna” – Polo Museale Regionale della Sardegna Università degli Studi di Sassari Progettazione allestimento Alessandro Floris
 Realizzazione allestimento
Artigianato e Design di Pietro Fois Progettazione graficaHeart Studio Stampe Character Trasporti ArteriaTiemme Assicurazioni Reale Mutua Catalogo Allemandi 
Si ringrazianoArchivio Storico Istituto Luce, Assessorato agli Enti Locali della Regione Sardegna, Banca Intesa, Banco di Sardegna, Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Sassari, Civico Museo Archeologico “Villa Abbas”, Comune di Sassari, Consiglio Regionale della Sardegna, Fondazione Franco Albini, Fondazione Alghero, Fondazione Aldo Rossi, Ilisso, Liceo Artistico “Filippo Figàri”, Liceo Artistico “F. Costantino”, Museo Casa Deriu, Museo Civico di Urbania, Provincia di Sassari e ancoraBagella Abbigliamento Sardo, Carlo Delfino, Candida Lendini, Giuseppe Manca, Luigi Manca, Marie Manca, Nanni Manca, Alberto Moravetti, Giacomo Paglietti, Nannina Pellegrini, Orietta Puggioni, Giovanni Pulli, Caterina e Sandro Ruju. 
Informazioni
Padiglione TavolaraVia Eugenio Tavolara 07100 Sassari+39 329 194 2242 | padiglionetavolara@gmail.comhttps://museonivola.it/padiglionetavolaraIG @padiglionetavolaraFB @padiglionetavolara 
Orari di visita: martedì – domenica10 – 20 orario continuato
chiuso il lunedì 
Accessibilità
L’accesso alla mostra avviene attraverso la rampa a sinistra. La rampa ha una pendenza del 14% circa. È possibile accedere alla mostra attraverso l’ascensore posto alla fine del Salone delle Botteghe. Il piano espositivo è libero da barriere architettoniche.

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Martedì 13 febbraio 2024, alle h 17.00, la sala conferenze del MAMbo ha ospitato   la presentazione del libro Enrico Pasquali: Uno sguardo sulla sua terra (Danilo Montanari Editore).

Il libro raccoglie 50 immagini scattate dagli anni ’50 agli anni ’90. Molte sono state scelte dal reportage sul Canale Emiliano Romagnolo, del tutto inedite le foto aeree del 1994 per il piano urbanistico di Castel Guelfo di Bologna. La prefazione è di Angela Madesani, storica dell’arte e critica della fotografia, il saggio conclusivo è del geografo Franco Farinelli. Le interviste ai familiari e al fotografo Giovanni Zaffagnini testimoniano l’importanza del lavoro di Pasquali nel panorama della fotografia.

Enrico Pasquali, fotografo (Castel Guelfo di Bologna 1923 – Bologna 2004), inizia nel 1947 la sua attività; degli anni 1949-1950 le prime fotografie di manifestazioni dei lavoratori. Nel 1952 comincia a lavorare per la Provincia di Bologna, per la Camera del Lavoro e per i giornali e le riviste della Sinistra. Documenta i lavori del Canale Emiliano Romagnolo. Dal 1970 lavora per il Comune di Bologna e scatta fotografie aeree per il piano urbanistico del centro storico e di comuni della provincia. Il primo riconoscimento è nel 1985 con la mostra Enrico Pasquali fotografo. Bologna negli anni della ricostruzione 1951-1960. Le sue fotografie saranno poi inserite in importanti pubblicazioni e in prestigiose mostre di rilevanza nazionale e internazionale.

Sono intervenuti :
Lorenzo Balbi, Direttore MAMbo
i curatori Lorella Grossi e Mario Cerè
gli autori Angela Madesani e Franco Farinelli
Nicola Dalmonte, Presidente Consorzio Canale Emiliano Romagnolo
Mauro Felicori, Assessore alla Cultura della Regione Emilia Romagna

Il libro è stato realizzato con il contributo della famiglia Pasquali
Si ringrazia per la collaborazione la Cineteca di Bologna

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un incontro che si è tenuto nei giorni scorsi , al Modernissimo, con il fotografo (Premio Pulitzer 2019) Lorenzo Tugnoli, lughese, già brillante studente di fisica dell’Università di Bologna poi corrispondente del Washington Post e del New York Times. La vita professionale di Lorenzo Tugnoli si svolge nel Medio Oriente, precedentemente in Afghanistan, Kabul, Beirut, ora nei territori palestinesi e Siria. Ha imparato un arabo fluently per potersi rapportare alle persone che non sanno l’inglese. Le foto mostrate nelle slide, in sala, sono state in bianco e nero, omaggio a Henri Cartier Bresson, Lorenzo Tugnoli è stato presentato dal fotoreporter e docente e premio World Press Photo 2015 Fulvio Bugani mentre l’incontro è stato moderato brillantemente da Giulia Tornari dell’agenzia Contrasto, che rappresenta Tugnoli per l’Italia. Con le sue foto Lorenzo Tugnoli scrive una storia nuova della fotografia, contrapponendosi al leggermente fuori fuoco di Robert Capa e con uno studio dei personaggi che ritrae nel loro ambiente molto intenso. Il suo modo di scrivere la Storia.

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È Henri de Toulouse-Lautrec il protagonista dell’appuntamento annuale della primavera di Palazzo Roverella con l’arte internazionale.
La grande mostra è riservata all’artista francese tra i più rappresentativi della Parigi di fine secolo e si potrà ammirare al Roverella dal 23 febbraio al 30 giugno 2024. A promuoverla è la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi. La mostra, prodotta da Dario Cimorelli Editore, è a cura di Jean-David Jumeau-Lafond, Francesco Parisi Fanny Girard (direttrice del Museo Toulouse-Lautrec di Albi), con la collaborazione di Nicholas Zmelty (sezione Manifesti e Incisioni).

Superando l’approccio che tanto spesso riduce Toulouse-Lautrec a un universo privo di sfaccettature e talvolta persino relegandolo alla sola attività di creatore di manifesti, questa mostra si sofferma sulla sua attività di pittore, con dipinti e pastelli provenienti da importanti musei americani ed europei oltre che francesi, in rapporto all’ambiente parigino in cui operava mettendo l’artista a confronto con realisti, impressionisti, simbolisti con cui condivideva esperienze e momenti di vita quotidiana.

Henri de Toulouse-Lautrec
Durata: dal 23 febbraio al 30 giugno 2024
Orari: dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 19; sabato, domenica e festivi dalle ore 9 alle 20
Sede: Palazzo Rovella, via Giuseppe Laurenti 8/10, 45100, Rovigo
Info: 0425 460093 | www.palazzoroverella.com

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