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Archive for the ‘Fotografia dell’industria e del lavoro al Mast’ Category

A Palazzo Boncompagni la fotografa Linda Fregni Nagler, italo svedese, si sposta e indugia nelle giostre e nei parchi divertimento nottetempo, come il soldatino di latta delle antiche fiabe che si anima di una seconda vita, cercando di descrivere cosa succede la notte nei parchi giochi. I luoghi di divertimento ritratti sono quelli di tutto il mondo, da Metaponto a Coney Island, Linda si attrezza con un banco ottico con lunghissimi tempi di esposizione e coglie le scie delle stelle e tutto l’universo, mai immobile, impercettibile ad occhio nudo, ripreso dalla macchina fotografica.

Al centro della sala, il curatore ,Francesco Zanot, ha chiesto di mettere le sperimentazioni più recenti ed ecco alcune immagini tra grafica e fotografia sempre di giochi, per rimanere in tema della Biennale della fotografia di quest’anno Game.

La bellissima stanza occupata, affrescata da Pellegrino Tibaldi, mostra, al centro, un affresco dove Davide, dopo aver colpito Golia gli mozza la testa. La stanza era deputata ad ospitare le udienze degli aristocratici con uno studio acustico molto preciso.

Gli allestimenti sono di un architetto De Brizzi che ha dato continuità ai moduli dei pregiati marmi creando una struttura a sé stante.

Le guide sono i bravissimi studenti dell’Accademia delle Belle Arti, istruiti dal curatore.

#mast#FrancescoZanot#lindafregninagler#palazzoboncompagni#biennaledellafotografiadindustriabologna

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Al museo civico Archeologico due mostre adiacenti, quella di Olivo Barbieri che fotografa un magazzino abbandonato di flipper rovinati e le fotografie su Las Vegas di Daniel Faust un mosaico di immagini di una città del divertimento.

Punto di incontro

fra le due mostre un film , corto d’autore, di Olivo Barbieri che nel 2005 sorvola Las Vegas con un elicottero , anticipando l’attuale visione da droni.

Guide speciali gli studenti dell’Accademia formati dal curatore della mostra, Francesco Zanot

Olivo Barbieri che partecipa alla Biennale della fotografia d’industria del Mast a Bologna , al Museo Civico Archeologico, con una delle undici mostre disseminate sul territorio, ha fotografato i flipper rovinati e ha fatto delle foto dei frammenti di vetro, di circuiti stampati e vetrofanie di flipper abbandonati e in attesa di un restauro che il fotografo ha immortalato e che ha reso opera d’arte, citando Lienchenstein e la pop art. Barbieri dice che questo lavoro risale al 1977 e lo ha ripreso in questa occasione , in dialogo con Daniel Faust, con le sue fotografie su Las Vegas.

La biennale delle foto d’industria, organizzata dal Mast che compie dieci anni approfondisce quest’anno il tema del Gioco.

Le immagini fotografiche dialogano con le opere d’arte del Museo Civico Archeologico, vestigia, come le precedenti, di una passata civiltà

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Le dodici mostre di Foto/Industria 2023 rappresentano una timeline di visioni sul tema del gioco a partire dalla fine dell’Ottocento fino ai giorni nostri e offrono l’occasione di osservare e approfondire la ricerca di una selezione di artisti internazionali.

Buongiorno a tutti con GAME

Fra qualche giorno, a Bologna, partirà la Biennale della Fotografia d’Industria organizzata dal MAST a Bologna, che, oltre alle mostre offrirà delle guide preposte alla spiegazione dei pannelli. In genere le letture delle mostre sono molteplici, per primo, il luogo in cui sono collocate, sorprendendo per la novità di nuovi luoghi per fare apprezzare ai cittadini remoti angoli, l’allestimento delle opere in dialogo con le stesse immagini e il contesto in cui sono collocate. Molto apprezzata la preparazione delle guide che offrono il servizio di lettura delle opere fotografiche con entusiasmo. Il tema di quest’anno è il gioco che si è evoluto ai massimi livelli tecnologici. Alle mostre si aggiungono eventi spettacoli e conferenze per meglio assimilare i contenuti.

Il direttore artistico è Francesco Zanot

Per i bambini sono previsti incontri a parte, di più:

FOTO/INDUSTRIA 2023
https://www.fotoindustria.it/eventi/

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ntenso, monumentale e spesso spietato. Andreas Gursky ha inserito il suo nome nella ristretta lista delle personalità più influenti dell’arte contemporanea grazie a scatti ipnotici di grande formato, capaci di mettere in luce tutte le contraddizioni del mondo moderno. Attraverso vedute paesaggistiche al contempo ampie e claustrofobiche, l’artista tedesco analizza infatti temi come il consumismo, mettendo lo spettatore di fronte alle conseguenze più estreme dei propri comportamenti.

Fino al 7 gennaio 2024 Fondazione MAST di Bologna offrirà una retrospettiva sulla carriera del fotografola cui poetica ha avuto uno dei suoi punti di svolta in un’opera nata proprio in Italia.

La vita e la carriera di Andreas Gursky

Andreas Gursky nasce a Lipsia il 15 gennaio 1955 e viene avviato al mondo degli scatti fin dalla più tenera età. È il padre fotografo, infatti, a mettere nelle mani del futuro artista la prima macchina fotografica e a insegnargli i rudimenti su come sfruttare la luce per dar vita a istantanee indimenticabili.

Dopo un’infanzia vissuta a Düsseldorf, Gursky si iscrive all’Università delle Arti Folkwang di Essen, che lo vede impegnato come studente fino al 1981. Qui incontra Otto Steinert, il quale lo convince a proseguire il percorso formativo presso la Kunstakademie Düsseldorf, dove ha modo di frequentare le lezioni di Hilla e Bernd Becher, autori di scatti industriali e di architettura in bianco e nero. Influenzato dai loro insegnamenti, Andreas Gursky inizia a produrre fotografie in grande scala, abbinando all’estetica dei suoi maestri lo stile del paesaggista John Davies e dell’americano Joel Sternfeld.

andreas gursky arte fotografia storia

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Bologna con il suo associazionismo e le sue attività è attrezzata ad una formazione permanente. Vale anche per il MAST, che propone mostre , attività, laboratori e focus con l’obbiettivo di “Fare del lavoro una cultura e della cultura un lavoro”. E’ il caso di questa mostra che ha appena aperto di Andreas Gursky.Visual Spaces of Today a cura di Urs Stahel e di Andreas Gursky, ospitata dal 25 maggio 2023 al 7 gennaio 2024, alla Fondazione MAST.

La mostra antologica, la prima in Italia dell’artista, segna l’inizio della celebrazione di due ricorrenze: i 100 anni dell’impresa G.D e i 10 anni di Fondazione MAST.

Il fotografo tedesco Andreas Gursky è considerato uno dei maggiori artisti del nostro tempo, il cui nome, soprattutto negli anni ’90, è stato associato alle “fotografie di grande formato”.

Oggi le sue immagini sono divenute delle vere e proprie icone contemporanee, che hanno contribuito a stabilire lo status della fotografia come arte e quindi come oggetto di collezione sia per i musei sia per i privati.

Ne parla Arte Magazin

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