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Archive for Maggio 2016

Il ciclo delle Metope dei Musei del Duomo di Modena : fonti e significati 

Nel museo lapidario del Duomo di Modena sono custoditi una serie di rilievi che in origine ornavano la cattedrale, quali antefisse dei contrafforti esterni della navata centrale. Essi rilevano una impostazione figurativa comune, in ciascuna lastra, su un fondo pressochè liscio, trova posto una figura principale (due nel caso degli Antipodi) , a volte affiancata da animali o elementi vegetali che completano la scena. Per la loro omogeneità stilistico-compositiva, il ciclo è attribuito ad un unico artista, noto come ” Maestro delle Metope” , attivo agli inizi del 12 secolo,  la sua abilità si rileva nella capacità di conferire dinamismo anche ad immagini statiche e nell’armoniosità della loro collocazione, nello spazio compresso della Metopa. La difficoltà interpretativa del ciclo ha da sempre animato la discussione critica, trovando solo di recente ipotesi lettura convincenti che collegano  l’intero complesso delle sculture del Duomo alla rappresentazione Medioevale del cosmo, quale solitamente si rinviene nelle “Mappae mundi” .  In particolare, il gruppo delle Metope , raffigurerebbe alcuni tra i popoli lontani che vivono ai margini del globo dei quali tanto si favoleggiava durante il Medioevo ma di cui rare o nulle erano le testimonianze dirette.

Per rappresentarli si faceva riferimento ad alcuni testi assai diffusi, quali il Fisiologo (2-4 secolo) le Etymologiae  di Isidoro di Siviglia (7 secolo) il Liber Monstrorum  (8-9 secolo) e di Bestiari (12-14 secolo) . Le Mappaemundi  erano rappresentazioni condensate del sapere dell’età medioevale, su ampie pergamene si raffigurava la terra non topograficamente ma collocando in essa le immagini degli eventi salienti della storia, della Bibbia e di soggetti principali delle Enciclopedie.

Su questi preziosi manufatti tutto ciò che era degno di essere ricordato, in essi lo spazio fisico e il tempo si congiungevano ,unendo in un’unica raffigurazione eventi e luoghi distanti tra loro senza avvalersi di coordinate matematico-astronomiche, ma in base a criteri di importanza e affinità dei soggetti. Non erano mappe utili per i viaggi o immagini fedeli della natura, ma vere illustrazioni artistiche di una concezione del cosmo. Utile supporto per l’insegnamento, venivano appese nelle Biblioteche o come pale d’altare all’interno delle chiese. I popoli lontani presenti quali mirabilia del creato sono collocati ai margini esterni del globo terrestre. le loro stranezze fisiche e bizzarre abitudini vengono elencate perchè  incuriosiscono, incutono timore, ma sono comunque considerate parte del progetto divino come spiega  Agostino nella “Città di Dio” (16,8) . Dio ha creato tutti gli esseri, anche quelli mostruosi che, anzi, contribuiscono alla varietà del mondo e sono complementari agli altri uomini, originando in tal modo l’armonia dell’universo. Le sculture del Duomo, dando spazio a tante tipologie umane, animali e vegetali, esemplificano che nessun essere  vivente è esente dalla grazia divina. Dalle mappe, ai libri, alla sculture, tutta l’Arte del Medioevo indaga l’infinito modo che ha  la Natura di proporsi in una varietà che, non solo sorprende e suscita stupore, ma da cui è possibile trarre ammaestramenti. Mediante esempi e modelli, anche di mondi lontani, si riflette su sè stessi, su ciò in cui si crede e si valutano i comportamenti migliori da imitare e da rifuggire. Le Metope dunque non costituiscono un insieme di immagini bizzarre, scolpite per un gusto del mostruoso fine a sè stesso, ma un omaggio alla varietà multiforme degli esseri che abitano la terra che si offrendosi allo spettatore come fonte di riflessione sull’agire umano.

Giovanna Caselgrandi 

Consideriamo l’arte classica medioevale  e la sua comunicazione senza cinema, tv o video e sopratutto senza luce che illumina diffusamente una superficie permettendone la visibilità . Il maestro Migliori riflette sulla luce e illumina con una candela le Metope del Duomo di Modena per consentirne una lettura a luce radente con zone d’ombra. Nei pannelli i riferimenti delle opere alle descrizioni dei bestiari medioevali . E’ un lavoro che si ispira a Brassai, e ci invita ad una lettura delle nostre opere d’arte di cui siamo i depositari nella nostra bella Italia. Fino al 15 giugno alla galleria civica di Modena. Ingresso gratuito. Roberta Ricci

 

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Un frammento dell’intervista rilasciata a Michele Smargiassi da Nino Migliori

 

 

 

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Un figlio della Via Emilia è Umberto Boccioni, il padre e la madre di Boccioni sono di Morciano di Romagna ma i suoi genitori sono costretti a spostarsi per il lavoro del sig. Raffaele. Anche se nasce a Reggio Calabria, tecnicamente Morciano di Romagna lo ha generato, come una freccia scagliata da un poderoso arco di successi e sperimentazioni Umberto Boccioni sarà nel moto perpetuo degli artisti che si spostano dovunque con un unico punto di osservazione, cogliere e anticipare la modernità. Non entro nel merito del futurismo e degli argomenti nuovi che tocca nel suo manifesto Filippo Tommaso Marinetti incidendo sulla totalità di un percorso il futurismo è pura avanguardia e non fascismo , la loro attenzione era rivolta alla modernità a quel crinale che, direbbe il prof. Renato Barilli si lascia alle spalle la meccanica e inizia con la rappresentazione delle onde elettromagnetiche di Maxwell, per il principio dell’omologazione.

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 Nei giorni scorsi il Comune di Morciano di Romagna ha  l’inaugurato le installazioni ‘Mutoid’ in Piazza Umberto I, il primo di una serie di eventi per commemorare l’artista futurista di origini morcianesi Umberto Boccioni nel centenario della sua morte.

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Una veduta di Morciano di Romagna.

 Le opere di Umberto  Boccioni dall’alto : Forme uniche di continuità dello spazio, la città che sale, la madre, il ritratto di Umberto Boccioni

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I vini della regione della Champagne sono conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo. Les Champagnes des Vignerons raggruppa quasi il 100% dei produttori di questo particolare vino francese e si sono presentati a Bologna per far conoscere alcune di queste produzioni. La Masterclass e la degustazione aperta al pubblico si sono tenute nel suggestivo Palazzo Pepoli in Via Castiglione. Nel corso della Masterclass, che si doveva prenotare, i dodici Vignerons selezionati tra i cinquemila aderenti al Sindacato hanno presentato uno dei loro vini provenienti dalle quattro regioni entro i confini delle quali si puo’ ottenere ed appellare il vino Champagne. Le quattro regioni sono: Vallee de La Marne, Cote des Bar, Cote des Blancs e Montagne de Reims. In questi territori si coltivano le uve che danno vita allo Champagne che sono Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier. Negli anni i prezzi delle uve hanno subito notevoli variazioni attestandosi recentemente ad una media di sei euro al chilogrammo. I dodici Vignerons partecipanti hanno presentato ciascuno la propria cantina alla Masterclass e successivamente e’ seguito l’assaggio di tutte le referenze. A seconda della regione di provenienza si sono alternati nei nostri bicchieri vini con spiccate sensazioni floreali di fiori bianchi freschi o evoluti e note fruttate di frutti bianchi o rossi acerbi o maturi. Una media di perlage fine e abbastanza persistente e colori molto belli varianti da giallo con riflessi verdognoli a giallo oro e nel caso dell’unico Rose’ presentato una magnifica sfumatura buccia di cipolla. Alla fine della Masterclass ci siamo spostati nel salone nel quale i dodici Vignerons avevano allestito i tavoli per la presentazione e la degustazione di tutti i vini delle loro cantine. Mi sono così soffermato ad assaggiare altri vini ed in particolare i Rose’ assieme ad amici e colleghi giornalisti e sommeliers che mi hanno invidiato molto non essendo riusciti ad iscriversi in tempo alla Masterclass. Anche nel caso dei Rose’ i colori hanno spaziato da un rosa pallido a un rosato intenso, da un rame intenso ad un color rame scarico al gia’ citato buccia di cipolla. Questa varietà di toni e sfumature e’ ovviamente dovuto alla provenienza dei vini da una delle quattro regioni dello Champagne citate. I dodici Vignerons che hanno dato vita a questa proficua ed interessante giornata sono: Jaillant& Co. di Torvilliers, Masson di Ville sur Arce, Morel di Les Riceys, Boatas & Fils di Avize, Delong Marlene di Allemant, Pierre Boever et Fils di Tauxieres – Mutry, Guy de Chassey di Louvois, Lutun di Courtagnon, Pierre Malingre di Prouilly, Jerome Blin di Vincelles, Lucien Lemaire di Damery e Laurent Lequart di Passy- Grigny. Voglio ringraziare questi Vignerons che hanno sicuramente mostrato offrendo in degustazione i loro vini un aspetto particolare, e forse poco conosciuto alla maggior parte dei consumatori, della Champagne e spero che la Citta’ di Bologna che trae origine pure dai franzosi Galli Boi gli sia piaciuta. Ma non ho dubbi! Voglio ringraziare la dottoressa Angelique Petelet per la gentilezza e l’Ambasciata Francese di Milano

                                                                                       Umberto Faedi

Umberto Faedi

Una foto di Umberto Faedi a destra alle spalle di Lucio Dalla

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Le tre serate imperniate sull’uso del barbecue e delle griglie organizzate ad Anzola Emilia dai titolari dell’Azienda Phytus si sono concluse ogni sera con una gradita degustazione. Sono gia’ passati alcuni anni da quando queste interessanti ed istruttive serate hanno avuto inizio. La serie di quest’anno ha visto protagonista lo chef Matteo Tassi curatore di un seguito programma su Gambero Rosso Channel che si appella del titolo di Serial Griller. I numerosi partecipanti hanno potuto acquisire nuove tecniche di cottura e annotare i preziosi consigli che lo chef ha di volta in volta dispensato. Le serate hanno riguardato le molteplici possibilita’ di cottura di polli, arrosti, carni bianche, maiale, uova, verdure di ogni sorta impreziosite ed arricchite dal taglio e dalle guarnizioni nonche’ dalla raffinata ed avanzata tecnologia dei forni, griglie e barbecues che si trovano in vendita alla Phytus. Ogni serata e’ stata preceduta da un gradevole e sostanzioso aperitivo offerto ai partecipanti al corso. Molto seguita la serata Tex/Mex con la gradita sorpresa della degustazione di due tipologie di Tequila della Hacienda Casa Noble, Crystal ed Anejo, quest’ultima molto morbida come gusto al palato e intensamente profumata.  Casa Noble e’ una delle storiche distillerie di Tequila e si trova nella omonima cittadina nello Stato di Jalisco in Messico. E’ nota per fare tre distillazioni dell’Agave Blu anziche’ due e questo rappresenta un valore aggiunto per il risultato finale ottenuto. Il famoso musicista Carlos Santana e’ uno dei soci della Hacienda e firma personalmente una linea di Tequilas. Lo chef Matteo Tassi ha dimostrato ogni volta che con una sapiente lavorazione degli alimenti e una tecnologia di prim’ordine come quella distribuidlta da Phytus si può cucinare a casa e in giardino per la propria soddisfazione e per quella degli amici.
Umberto Faedi

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Il conflitto tra romani ed ebrei, la fine di un dialogo difficile  e l’inizio di una peregrinazione dolorosa , al Museo Ebraico di Bologna, presenta Vincenza Maugeri, commento di Fabio Isman al libro del prof. Giovanni Brizzi .

https://vimeo.com/167648139

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