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Foto di Tiziana Marongiu

Quasi alla vigilia della prima di Flora, mercoledì 3 maggio al teatro Dehon di Bologna, mi sembra giusto spendere due parole per ricordare come è nata questa bellissima avventura. Due parole… insomma… mettetevi comodi perché non ho nessuna intenzione di essere sintetico .
All’inizio eravamo tre amici, ai Giardini Margherita, in occasione di Giardini & Terrazzi.
C’è da dire che la cornice era davvero bella: i Giardini Margherita sono il più importante parco pubblico di Bologna, e lo sono dal 1879, anno dell’inaugurazione e della dedica all’allora Regina Margherita, e ancor di più, se possibile, dal 1888 quando vi si tenne l’Esposizione emiliana d’agricoltura e d’industria, manifestazione che accompagnò le celebrazioni per l’ottavo centenario dell’Università di Bologna.
Da 23 anni, ogni anno nei mesi di maggio e settembre, vi si tiene una importante manifestazione dedicata al verde ed al vivere all’aria aperta: Giardini & Terrazzi, appunto. Per i più svagati si tratta di una bellissima occasione per fare una passeggiata quanto mai gradevole fra fiori e colori e profumi e bella gente e belle cose da vedere. Ma in realtà Giardini & Terrazzi è un appuntamento imperdibile per tanti altri motivi. Gli appassionati di piante vi troveranno di che soddisfare il loro hobby. Si spazia da piante comuni ma offerte in gran varietà di colori e dimensioni, a piante particolari e a volte autentiche rarità, come le “grasse” di ogni taglia, fino a curiosità della natura come le aliene Tillandsie e le piante carnivore. A questo poi si aggiunge l’offerta di arredamenti da giardino (e non solo), stoffe, e tante proposte gastronomiche che sono quanto mai gradite perché si sta così bene a Giardini & Terrazzi che non si vorrebbe mai andarsene.
Quindi, ero a Giardini & Terrazzi con due personaggi importanti. La prima è Maria Luigia Casalengo, Presidentessa dell’Inner Wheel Valsamoggia Terre d’Acqua, grande comunicatrice e organizzatrice di eventi, il secondo è Oddone Sangiorgi, che di Giardini & terrazzi è il geniale ideatore. Così, chiacchierando assieme, forse inebriati dal profumo delle rose che alla edizione di maggio la fanno comprensibilmente da padrone, forse incoraggiati dalla gran folla presente, a un certo punto qualcuno ha detto: “Sarebbe bello fare un musical dedicato a Giardini & Terrazzi”. E guardavano me. Io mi son dichiarato entusiasta dell’idea (perché sì, l’idea è bella), ma pensavo che la cosa finisse lì. Invece no, perché con mia grande sorpresa, e gratitudine per la fiducia nei miei confronti, gli altri due hanno continuato a parlare della cosa, anche a Giardini & Terrazzi finiti. L’autore del musical avrei dovuto essere io.
Così mi sono messo all’opera.
Premetto che non sono stato quel che si dice “un fulmine di guerra” e di questo mi scuso con Maria Luigia e Oddone: l’età e gli impegni lavorativi son quel che sono, anche quando si tratta di fare una cosa bella come questa.
Se la realizzazione è stata lenta, ho comunque avuto ben chiaro da subito che il musical avrebbe in qualche modo riguardato il mito di Flora e Zefiro.
Non è che manchino precedenti illustri. Flora ritorna come elemento iconografico nei secoli, e come esempio noto a tutti si può ricordare la Primavera del Botticelli del 1482. Parole e musiche unite nel cosiddetto “recitar cantando” vedono un’opera intitolata “La Flora”, di Marco da Gagliano e Jacopo Peri, rappresentata agli Uffizi di Firenze in occasione delle nozze di Margherita de’ Medici con Odoardo I Farnese. Il libretto de “La Flora”, a differenza di tanti altri, è arrivato fino a noi e alcune delle arie di quest’opera sono ancora eseguite in concerto. Un rapido esame del libretto, però, mi ha convinto dell’impossibilità di ispirarmi direttamente a quello per il lavoro da fare per Giardini & Terrazzi.
Ma l’idea di parlare di Flora mi piaceva.
Flora è la dea romana e italica della primavera: presiede alla fioritura delle piante, in particolare di quelle utili all’uomo, come il grano, gli alberi da frutto e l’uva.
Secondo Ovidio, Flora corrisponde nella mitologia Greca alla ninfa Cloris, divinità dei fiori e della crescita. È responsabile della trasformazione in fiori di Croco, Giacinto e Narciso.
Flora era una dea importante a Roma, e veniva festeggiata ogni anno dal 28 aprile al 3 maggio, nel periodo in cui i cereali sono in fiore. Durante queste feste abbondavano i divertimenti. Da Flora prende il nome la città di Firenze.
Il mito narra che, un giorno di primavera, mentre la fanciulla passeggia per i campi, Zefiro (cioè vento che soffia da ovest in primavera) la vede e se ne innamora perdutamente. Di temperamento irruente, Zefiro la rapisce e ne fa la sua sposa. Come dimostrazione d’amore, Zefiro le concede di regnare sui fiori dei giardini e dei campi. Dal canto suo, la dea offre agli uomini una innumerevole varietà di fiori e il miele. Per questo Flora è in genere immaginata con il capo cinto da una ghirlanda fiorita mentre porta in grembo una grande quantità di fiori. Talvolta è ritratta in compagnia di Zefiro, oppure mentre danza nel suo giardino.
Il fatto che il culmine delle feste romane per Flora fosse il 3 maggio mi è sembrato di buon auspicio. Così ho scritto una trama molto semplice. C’è così bisogno di leggerezza, al giorno d’oggi!
La giovane Cloris assieme alle sue amiche passeggia ai Giardini Margherita durante Giardini & Terrazzi. Qui è notata da Zefiro e dai suoi amici. Fra Cloris e Zefiro è subito amore, ma Zilia amica di Cloris, che ha avuto una delusione d’amore, cerca di dissuadere l’amica. Viceversa, fra gli amici di Zefiro c’è Desiderio, che lo invita a fare sua la ragazza senza tanti complimenti. Il comportamento prepotente di Zefiro sembra far tramontare per sempre la nascente storia d’amore. Per fortuna gli altri due amici dei protagonisti, che in realtà sono segretamente fidanzati fra loro, lavorano per rimediare e suggeriscono così una gara di canto e ballo. Solo alla fine si deciderà se Flora è ancora decisa a rifiutare Zefiro. C’è però una regola: tutte le canzoni devono avere a tema fiori, piante, la natura. Inizia la gara, che da un lato costituisce una rassegna di canzoni italiane famose dagli anni ’30 ad oggi, e dall’altra disegna il modo diverso che spesso hanno uomini e donne di concepire e vivere l’amore. Ma sarà proprio durante l’esecuzione di una di queste canzoni che Zilia, invaghita di Desiderio e sotto sotto invidiosa di Flora, e Desiderio, affascinato da Zilia, si dichiareranno la loro attrazione reciproca e fuggiranno. Senza i due principali ostacoli, l’amore trionferà fra Flora e Zefiro.
Come si vede in questa trama l’attenzione è rivolta soprattutto alle schermaglie fra giovani uomini e donne, e a come un atteggiamento da bulli possa portare a forme d’approccio non corrette: il potere dei fiori, per il tramite delle canzoni ad esse dedicate, permette di risolvere la situazione.
Per le musiche, non avendo né le capacità né il tempo per provare a scrivere qualcosa di originale, ho pensato di utilizzare canzoni esistenti, famose, e di incastonarle per il loro senso nel testo recitato: un po’ quello che si fa nel musical “Mamma mia” con le canzoni degli ABBA, e come faceva il Quartetto Cetra nella gloriosa RAI di un tempo.
Accettato, bontà loro, questo copione, Maria Luigia e Oddone hanno messo in moto la macchina organizzativa.
Un grosso problema però era costituito dalla necessità di trovare gli attori. Il testo è pensato per ragazzi dai 18 anni in su… ma non ce n’erano a disposizione… come ben sanno colleghi e amici a cui anche io mi sono rivolto per chiedere aiuto. Ovviamente non semplifica il fatto che sono previste ben 6 figure principali, quasi sempre tutte in scena. Quindi la difficoltà di trovare gli attori era reale.
Dramma!
Sembrava che Flora, immersa in una vasca di diserbante, non dovesse mai venire alla luce.
Ma in ogni storia a lieto fine prima o poi c’è l’intervento di qualche intelligenza celeste. Che sia stata l’intercessione di Maria Luigia Casalengo, o di Guja Forni, o di qualche altra creatura angelicata, si è manifestato il Teatro Ridotto nelle figure della regista Lina Della Rocca e dell’assistente alla regia Antonella De Francesco.
Il Teatro Ridotto è una importante realtà artistica bolognese, che si è costituita nel 1983 come laboratorio permanente di ricerca sull’arte della recitazione. Le persone che ne facevano parte all’inizio erano tutti autodidatti, ed è stato sviluppato un lavoro di ricerca basato sulle possibilità fisiche e vocali dell’attore, con tecniche di improvvisazione, composizione e montaggio, dando vita a spettacoli all’aperto e al chiuso. In 40 anni di duro lavoro, convinti che “il teatro è una sorta di clandestinità a cielo aperto, una guerriglia incruenta, una preghiera miscredente” (Eugenio Barba), le donne e gli uomini del Teatro Ridotto hanno avviato collaborazioni internazionali, tenuto seminari in importanti Università e Istituti italiani ed esteri, ottenuto riconoscimenti dal comune di Bologna, dalla Provincia e dalla Regione Emilia -Romagna e, soprattutto, organizzato spettacoli in oltre 100 città italiane.
Lina e Antonella si sono prese a cuore il progetto, ed è iniziata la caccia agli attori: dall’Olimpo Flora deve averle aiutate perché, pian piano, i ragazzi sono stati trovati.
Nel frattempo, sempre grazie a Maria Luigia e Oddone, si è concretizzata la possibilità di rappresentare Flora al teatro Dehon!
La cornice è prestigiosa: il teatro ha 500 posti. Il Dehon, poi, mi è particolarmente caro perché era il cinema dove andavo da bambino con i miei genitori: mi ricordo di aver visto lì il primo film di Zorro, e un buon numero di western all’italiana. Abitavo in zona e ho fatto le elementari nell’isolato vicino, alle Giordani, e le medie alle Albani, al Villaggio del Fanciullo. E ho fatto Comunione e Cresima a Santa Maria del Suffragio, proprio sopra il teatro: si può facilmente immaginare la mia emozione. Mi si consenta poi di sfruttare fino all’ultimo il momento tenerezza ricordando con gratitudine e affetto la mia insegnante di italiano delle medie, la professoressa Gabriella Dini. Il mio amore per il teatro è dovuto anche a lei, che ci fece recitare in seconda e terza media “Il giardino dei ciliegi” di Anton Cechov. Pensate che andammo in tournee nelle altre scuole medie!
Ogni anno il Teatro Dehon dà ospitalità alla “Casa dei Risvegli Luca De Nigris” per una rassegna di opere teatrali.
La “Casa dei risvegli Luca De Nigris” è una struttura dedicata alla riabilitazione, formazione e ricerca nel campo delle Gravi Cerebrolesioni Acquisite (GCA), con particolare riferimento ai Disordini della Coscienza (DOCs). Luca De Nigris era ragazzo bolognese di 15 anni in coma per 240 giorni e purtroppo scomparso nel 1998. La “Casa dei Risvegli” adotta un modello nel quale gli assistiti non sono considerati “malati” ma persone con alto bisogno di di riabilitazione per riprendersi da gravi esperienze di coma ed assimilabili. La “Casa dei Risvegli” offre ai pazienti ed ai loro familiari uno standard elevato di qualità dell’accoglienza ed ospitalità, ed un continuo miglioramento. L’associazione “Gli amici di Luca” opera in maniera specifica ed originale con un gruppo teatrale che nasce nel 2003 ed è formato da volontari, ragazzi che hanno vissuto l’esperienza del coma, giovani attori e operatori della Casa dei Risvegli Luca De Nigris. Ecco spiegato il legame fra teatro e “Casa dei Risvegli”: da tale laboratorio sono state realizzate ormai cinque produzioni teatrali, ed è nata l’idea di una vera e propria rassegna teatrale.
È nell’ambito di questa rassegna che viene ospitata Flora, e l’incasso della serata (ricordo che l’offerta è libera) è devoluto alla “Casa dei Risvegli Luca De Nigris”. Grazie di cuore a Fulvio De Nigris per aver aderito al progetto “Flora”!
Il teatro, quindi, l’abbiamo! E gli attori?
Man mano che si componeva il cast del musical, infatti, è diventata evidente una cosa: i nostri attori sono giovani, più giovani di quanto si fosse inizialmente ipotizzato. Si va infatti dagli 11 ai 15 anni! Intendiamoci: sono maledettamente bravi! E prezioso è il lavoro che Lina e Antonella fanno con loro e su di loro: vi garantisco che assistere alle prove è bellissimo, proprio per come i ragazzi vengono condotti a entrare nel personaggio e a esprimersi con naturalezza, ma la contempo con piena consapevolezza di quanto stanno portando in scena. Se ne esce arricchiti tutti: i giovani attori, gli spettatori e, penso, anche Lina e Antonella, la cui passione per quello che fanno è tangibile. La loro professionalità, non c’è bisogno di dirlo, è eccezionale.
Il testo originario però non è adatto a ragazzi così giovani: così l’ho riscritto. A tempo di record, aggiungo con un certo orgoglio.
Il nuovo copione è sempre ispirato al mito di Flora, quindi vedremo sempre in scena Cloris e Zefiro, e i loro amici. Ma questa volta la contrapposizione maschi/femmine è stata assai attenuta: i nostri giovani attori avranno tempo per questo! Si insiste invece sui primi amori, su come queste emozioni siano spesse vissute, o comunque condivise, con il gruppo degli amici. Assistiamo quindi ai tentativi di Angiò e di Eros, che stanno già assieme, di far “fidanzare” due coppie di amici, Zilia e Libero, Cloris e Ballo (soprannome di Zefiro). A mettere i bastoni fra le ruote, questa volta, sarà il cyber bullismo di cui i ragazzi sono vittime quando pubblicano sui social un video dove ballano e cantano a Giardini & Terrazzi. Come andrà a finire? Anche questa volta un ruolo importante l’avranno le canzoni, ma per i dettagli dovete venire il 3 maggio al Teatro Dehon. Il copione originario è stato liberamente interpretato ed adattato da Lina, Antonella e dai giovani attori, che hanno anche suggerito alcune delle nuove canzoni inserite nel copione. Se da un lato pensare che qualcuno possa modificare un proprio testo è cosa comprensibilmente fonte d’ansia (e, sia ben chiaro, lo dico con umiltà perché sono assolutamente consapevole di non essere Goldoni), dall’altro vedere che un proprio scritto può essere trasformato grazie alle emozioni che suscita in altre persone, che lo fanno proprio, è una cosa bellissima.
Inner Wheel Valsamoggia Terre d’Acqua da anni si impegna per sensibilizzare (e fare prevenzione!) sul fenomeno del cyberbullismo. Qui vale la pena di ricordare (e rendere merito) una importante iniziativa di lotta al cyberbullismo: è stato firmato un protocollo con l’Università di Bologna col fine di preparare operatori, in ambito scolastico e universitario, pronti per affrontare questo vero e proprio flagello che tocca così da vicino i giovani a tutte le età. I corsi universitari di formazione con l’Istituto Giuridico Universitario sono tenuti dall’avvocato Ana Uzqueda, una vera autorità in materia di mediazione, in collaborazione con l’Associazione di mediazione Equilibri. Sono stato un suo alunno, in passato, e vi assicuro che è una formatrice formatrice formidabile!
L’approccio al tema nel musical deve essere per forza leggero, ma il messaggio personale che vorrei far arrivare ai ragazzi vittima di bullismo non è leggero, è il seguente: qualcuno che anche senza volere dirà qualcosa che ci offende ci sarà sempre nella vita, purtroppo. Ma alla fine il rimedio al bullismo è solo uno: non fare il gioco dei bulli! Non badare alla loro cattiveria! Tanto si sa che tutto quello che fanno o dicono è per rendersi simpatici agli altri e per cattiveria. Ma noi le persone cattive e invidiose sappiamo bene come trattarle, vero?!
Ho già detto in altra occasione che la mia impressione è quella di aver lanciato una palla di neve che si sta trasformando in una valanga. Altre persone si sono aggiunte alla famiglia di Flora.
La serata sarà presentata dalla giornalista Erika Zini, redattrice presso DI.TV e Capo-redattore presso Ciao Radio, e questa di per sé è già una garanzia. Sarà presente e si esibirà anche Fausto Carpani, cantautore dialettale che nel bolognese, e oltre, non ha certo bisogno di presentazioni.
Le persone che dovrei ringraziare sono tantissime, e di certo mi dimenticherò di molti (a proposito: grazie ai giovani attori, e alle loro famiglie, perché preparare Flora è stato un impegno non da poco!) e con questi molti mi scuso fin da ora… ci tenevo a ringraziare il dottissimo Direttore Artistico del Teatro Dehon Piero Ferrarini, e il vice presidente Confcommercio Ascom Bologna e presidente Nazionale Federcartolai Medardo Montaguti, sempre vicino alle iniziative Inner Wheel Valsamoggia. E grazie anche a Tiziana Marongiu, per la copertura mediatica che sta dando a Flora: in particolare, che belle foto! Grazie.
Quindi, appuntamento il 3 maggio al Dehon. Ore 21, offerta libera.
Si replica poi nel posto dove è nato tutto, Giardini & Terrazzi, Giardini Margherita, di fronte alla Palazzina Liberty, sabato 13 maggio alle ore 18:30.

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GHIGO live A/V

 

 

GHIGO live A/V
Evento Pubblico – Organizzato da SUZ e Basmati Film

GHIGO live A/V
Musiche: Bartolomeo Sailer
Testi, canto e loops: Susanna La Polla De Giovanni
Animazione video in tempo reale: Saul Saguatti|Basmati Film

Venerdì 15 novembre 2019
Inizio spettacolo ore 20.30
Ingresso a offerta libera

Teatro San Leonardo
Via San Vitale 63 – Bologna

 

GHIGO è il risultato dell’elaborazione di un lutto attraverso musica, scrittura, canto, visioni. I dieci brani che lo compongono sono proposti in scena accompagnati da immagini create ed animate in tempo reale grazie a una commistione di tecniche parallele manuali e digitali che sottolineano e scandiscono il precipitare e la risoluzione di un evento improvviso e inconcepibile. Cinquanta minuti che raccontano gli stati d’animo vissuti nell’arco di settanta giorni all’interno del reparto di rianimazione di un grande ospedale: una città nella città, in cui vigono regole, codici, consuetudini, ruoli e gerarchie determinati da quello stesso spazio, luogo di transizione in cui per i pazienti e i visitatori l’unica opzione possibile è l’attesa.

GHIGO è il suono delle prime sillabe gutturali pronunciate da un bambino ancora in fasce ma è allo stesso tempo un nome proprio di persona, la forma italiana del vocabolo germanico ‘wigo’, ossia ‘lotta’, ‘battaglia’. Una lotta impari, protrattasi per settanta interminabili giorni, è al centro di questo progetto audio/video, così come lo è il ritorno all’infanzia, all’origine, a quei primi suoni che in un tempo lontano sono affiorati sulle labbra di ognuno di noi.

AUDIO Le musiche e i testi di GHIGO sono stati scritti nell’arco di un lungo periodo attraversato da due lutti personali di La Polla De Giovanni e Sailer. In questo tempo sospeso, la musica e la scrittura sono divenuti strumenti di elaborazione della perdita cui affidarsi, servendosi di qualsiasi cosa si trovasse a disposizione: un comune software, una complessa console di synth, un semplice tovagliolo di carta o un memo vocale.

I testi di GHIGO sono composti principalmente dalle frasi pronunciate o indicate tramite una tabella di comunicazione dalla protagonista di questa vicenda durante i settanta giorni della sua degenza ospedaliera. Analogamente, alcuni suoni delle musiche di GHIGO provengono da oggetti che in quell’arco di tempo sono stati al centro della quotidianità, dal più inflazionato avviso di ricezione messaggi per smartphone, ai perforanti suoni metallici della macchina di monitoraggio pazienti del reparto di rianimazione.  L’elemento musicale preponderante è qui la ripetizione, una reiterazione sonora poliritmica nella quale possano fondersi momenti meditativi e bagliori liberatori.

VIDEO La parte video di GHIGO si basa sull’improvvisazione ponderata, quindi libera nella sua evoluzione ma costruita su una connessione visiva e sonora collaudata creando passaggi mirati tra lavoro animato materico dal vivo, utilizzo del computer vintage AMIGA 1200 ed elaborazione di video o riprese dirette con Ighina 01, un prototipo autocostruito di Theremin video, ossia un mixer astratto a deformazione elettromagnetica. Basandosi sul ritmo ipnotico e sulle differenti atmosfere musicali dei singoli brani, l’animazione delle immagini presentate sfrutta le tre diverse tecniche utilizzate parallelamente, proponendo rielaborazioni di testo stampato, fotografie, video astratti di archivio relativi a tecnologie mediche, immagini fantastiche e oniriche, figure umane e oggetti.

BARTOLOMEO SAILER Compone musica elettronica da oltre due decenni. È noto come Wang inc., Walking Mountains e White Raven. Ha pubblicato per numerose etichette internazionali e ha collaborato con numerosi artisti fra i quali Matmos, Roy Paci, NicoNote, Vincenzo Vasi. Attualmente cura la sua label Random Numbers insieme a Carlo Mameli (BXP).

SUSANNA LA POLLA DE GIOVANNI Ha all’attivo tre album come solista pubblicati con lo pseudonimo Suz. Ha collaborato/suonato con: Thavius Beck, KutMasta Kurt, Justin Bennett, Katzuma, Angela Baraldi, TY1, Bleso Wastasi, Pandaj, Luca Faggella, Papa Ricky, Ezra Capogna, Riccardo Pedrini, Duccio Lombardi, Valerio Pontrandolfo, Nico Menci, Marco Frattini, Pasquale Mirra, Gaetano Alfonsi, Alessandro Soresini, Weight And Treble, Med’Uza, David Nerattini, Luca Scarrone, Paolo Spaccamonti, Luca Cognetti, Bartolomeo Sailer, Bruno Briscik, Davide Angelica, Paolo Iocca e, non ultimo, Alessio Argenteri, insieme al quale nel 2011 è stata chiamata a sonorizzare la performance di Marina Comandini “Sulle tracce dell’arte” nell’ambito del festival Le Strade del Paesaggio di Cosenza. Ha aperto i dj set di Daddy G (Massive Attack) e Roni Size ed il live A/V di Asian Dub Foundation al Laboratorio Crash! di Bologna. Ha suonato in Italia, Germania, Svizzera, Inghilterra, Scozia, Francia, Ucraina, Giappone, prendendo parte come rappresentante di Bologna Città della Musica UNESCO all’Eat Festival di Lipsia, al Reeperbahn Festival di Amburgo e al WMC di Hamamatsu. Nel 2019 ha pubblicato l’album “Crossroads” (Springstoff), realizzato insieme al produttore tunisino Obsqure, e prestato la voce al brano “Soul Collider”, contenuto nel disco di debutto di Phoet “Broken Symmetry”. È una delle dodici voci del progetto Donnacirco.

SAUL SAGUATTI / BASMATI FILM Interessato ad arte, fumetto e soprattutto animazione, ha iniziato a lavorare sulla fusione delle diverse discipline, dapprima sperimentando tecniche più tradizionali e rudimentali quali l’intervento a graffio e pittura su pellicola, sulla scorta della lezione neo-pittorica di maestri come Pierre Hébert, per passare successivamente a più avanzate forme di ibridazione tra mezzi analogici e mezzi digitali, determinando così la sua ricerca all’incrocio tra manualità e tecnologia elettronica. Convinto assertore di un’esteticità diffusa, lavora inoltre per i principali canali televisivi nazionali tra cui La7, Raidue, Raitre, RaiSat e realizza sigle e videoclip per alcune importanti case discografiche del panorama musicale italiano.

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A Bologna al Teatro Degli Alemanni  il Teatro Storia presenta : “Invito al Globe ” , testo originale teatrale di Silvia Stagni regia di Silvana Strocchi


 

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Domenica 17 febbraio 2019 – ore 16,30 – Teatro Auditorium di Molinella (Bologna)

I Muffins in
LA LAMPADA MAGICA
Spettacolo per tutta la famiglia con le canzoni del film Disney
Family Musical

Aladdin è un povero straccione che vive per le strade di Agrabah ma sogna di poter un giorno cambiare vita ed abitare a palazzo. Il destino vuole che venga incaricato dal perfido Gran Visir Jafar di recuperare una lampada magica in cui vive un vivacissimo Genio che gli darà la possibilità di esprimere tre desideri.
Aladdin chiederà di diventare un ricco e bellissimo principe.
Riuscirà a conquistare il cuore della principessa Jasmine e divenire padrone del proprio destino?
Quest’anno per la stagione pomeridiana riservata ai bambini e ragazzi, il Teatro Auditorium di Molinella ha deciso di avvalersi della collaborazione del gruppo de  I MUFFINS.
Sarà infatti questo giovane, dinamico e talentuoso quartetto di performer a presentare una rassegna di spettacoli appositamente pensati per divertire non solo i bambini, ma tutta la famiglia. Verranno proposti tre spiritosi musical che rivisiteranno tre classici della fiaba: La Sirenetta, Aladino e Raperonzolo in una chiave pop e trasformistica, dove sorprendentemente i quattro attori sapranno ricreare, tra musica, canzoni e coreografie, tutti i personaggi coinvolti, strizzando l’occhio alla tradizione Disney.

Per questo gli spettacoli sono consigliati a tutta la famiglia, genitori o i nonni, accompagnando i propri piccoli, torneranno anche loro bambini.
Tutti gli appassionati di musical e cartoni animati, di qualsiasi età, resteranno conquistati da I MUFFINS.
Sarà una bellissima occasione per passare una domenica pomeriggio a teatro, con tutta la famiglia canticchiando insieme le canzoni più famose e lasciandosi trasportare dalla grande magia del teatro.

Per informazioni potete contattarci al numero 380 7722998 o inviarci una e-mail all’indirizzo info@giostrafilm.it

Biglietto unico: € 6

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