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Archive for dicembre 2022

Torna la marcia per la pace: corteo fiaccolata a Bologna l’1 gennaio. I pacifisti: non smetteremo di dire che la guerra non si fa

Don Mattia Ferrari, Maurizio Landini, e don Davide Marcheselli: saranno il cappellano della Ong Mediterranea, il segretario nazionale della Cgil, e il parroco bolognese impegnato in Congo a concludere, il prossimo 1 gennaio, la settima marcia della pace e dell’accoglienza che si svolgerà a Bologna, organizzata dal Portico della pace (già in prima fila nel promuovere le iniziative sotto le Due torri per la fine della guerra in Ucraina). Sarà, come da tradizione, un corteo-fiaccolata che stavolta si snoderà da piazza del Nettuno a piazza Lucio Dalla.

Alla partenza (15.30) è annunciato il cardinal Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. Il corteo percorrerà via Indipendenza, il ponte Matteotti, via Tiarini per arrivare alla piazza coperta e ascoltare i discorsi dei tre ospiti. L’elenco delle prime adesioni conta già una cinquantina di realtà tra associazioni, sindacati, comitati e partiti. Il tutto sempre sotto il ‘cappello’ della rete “Europe for peace” che anche a Natale sta lanciando una serie di appelli per il cessate il fuoco e una conferenza di pace.

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Lastre fotografiche e originali tra i reperti della mostra ospitata alle Poste centrali di Trieste, in piazza Vittorio Veneto 1, sino al 14 gennaio

Nell’attuale conoscenza collettiva, la Modiano di Trieste è l’azienda delle carte da gioco. Ma nella sua lunga storia (è stata fondata nel 1868) ha prodotto anche, ad esempio, carte per sigarette e manifesti. Senza trascurare le cartoline. Proprio queste ultime sono le protagoniste della mostra accolta, fino al 14 gennaio, nel salone degli sportelli presso le Poste centrali cittadine, in piazza Vittorio Veneto 1. È “La Trieste del primo Novecento raccontata attraverso le cartoline della Modiano”.

Ideata dalla responsabile dell’Archivio storico dell’azienda, Simonetta Freschi, insieme alla referente del Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa, Chiara Simon, raccoglie una selezione di immagini tratte da oltre trecento lastre fotografiche conservate nello stesso Archivio.

Attraverso le piazze e le vie più note, raccontano la comunità all’inizio del secolo scorso. È stato ricostruito così uno spaccato riferito alla vita dell’epoca mediante un percorso virtuale che invita il visitatore a scoprire le differenze tra com’era allora e come sono via via mutati nel tempo fisionomia e spazi. Grazie ad alcuni ingrandimenti -spiegano le curatrici- è possibile focalizzare il proprio sguardo su quei particolari che il formato classico da 9×14 centimetri non potrebbe di certo rendere apprezzabili: i volti, le espressioni, gli abiti…

L’allestimento è incentrato volutamente sulle immagini ma, per chi volesse conoscerne la storia, è possibile scoprire aneddoti e curiosità inquadrando il codice “Qr” posto sotto a ogni scatto.

Non mancano le chicche postali, fra cui le affrancature meccaniche che sono state utilizzate dalla ditta nel corso dei decenni o alcuni dei suoi chiudilettera, come non potevano mancare le cartoline vere e proprie, messe a disposizione da un collezionista privato.

L’allestimento non prevede costi d’accesso; è raggiungibile negli orari di apertura dell’ufficio postale: da lunedì a venerdì, tra le 8.20 e le 19.05, il sabato fino alle 12.35.

È possibile concordare un appuntamento per una visita guidata scrivendo a simonetta.freschi@modiano.it.

Una parte della mostra
Una parte della mostra

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La trattoria da Vito nel quartiere Cirenaica a Bologna è stato un luogo dove si davano convegno artisti, pittori, musicisti, cantanti, dove è nata una confraternita di bontemponi, la Compagnia dei Patalucchi presieduta da Vito in persona , il proprietario della trattoria.

Avveniva che , quando il locale abbassava le serrande e gli avventori erano costretti ad andarsene, Vito invitasse ad uscire con il suo “signori si chiude” ! Dal pubblico che stava giocando a carte o parlava si udiva una voce, si dice di Jimmy Villotti, che rispondeva “signori si nasce”, come la celebre battuta di Totò a cui faceva seguito “e io modestamente lo nacqui” .

E così con il 2022 giunto al termine della sua corsa sfrenata , “Signori si chiude” è riferito all’anno che termina, mentre “signori si nasce” è riferito all’anno che nasce.

Paolo, il figlio di Vito, che gli è succeduto nella gestione della trattoria è scomparso il 15 febbraio 2022 e manca tanto per il suo ricordo continuo degli amici che faceva rivivere se passavi a mangiare in trattoria.

Signori si nasce e buon 2023 !

Il libro di Giulio Predieri e Piero Casadei : “Ex Vito : mezzo secolo di immagini della storica trattoria bolognese” Calamaro edizioni, 2022.

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Collection», la mostra sulla raccolta Bachelot. Le immagini sono ai sali d’argento, cromogeniche o ai pigmenti di carbone

Manuela De Leonardis da “il manifesto “

Da poco superato il nuovo millennio, quando il digitale si è ormai insinuato nelle certezze della tradizionale tecnica e del linguaggio della fotografia analogica, i francesi Florence e Damien Bachelot scoprono un mondo che sentono appartenere loro: quello del collezionismo. Per l’esattezza il primo nucleo di stampe, all’inizio degli anni 2000, era proprietà aziendale del gruppo Aforge di cui facevano parte i soci Claude Garnier, Jean-Pascal Mahieu, Yves Hervieu-Causse con Damien Bachelot, ma dal 2009 con l’acquisizione delle altre quote, la collezione diventa esclusivamente un progetto familiare.

La mostra Collection: 150 fotografie della collezione Bachelot, curata da Sam Stourdzé all’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici di Roma (fino al 26 febbraio 2023), accompagnata dal catalogo edito da Maison CF con i testi dello storico della fotografia Michel Poivert (edizioni Clémentine de la Féronnière) 

Giorni e orari di apertura della mostra:
Dal lunedì alla domenica (chiuso il martedì) tra le 10.00 e le 19.00 (ultimo ingresso alle 18.30)

La collezione Bachelot

La collezione Florence e Damien Bachelot conta circa mille fotografie e costituisce uno dei più importanti insiemi privati di stampe in Francia. Il filo conduttore della collezione è la ricerca di pezzi eccezionali per la loro qualità o la loro storia (stampe rare, edizioni limitate, ecc.).

Questo insieme i cui temi prediletti coprono la fotografia cosiddetta umanista, documentaria e sociale del XX secolo fino al periodo contemporaneo, si distingue in particolare per una raccolta eccezionale di una quarantina di stampe di Saul Leiter. Per Florence e Damien Bachelot, collezionare costituisce un impegno a favore del mezzo fotografico in tutta la sua materialità e singolarità, nonché un approccio di sostegno ai giovani fotografi di oggi, in particolare francesi.

https://ilmanifesto.it/da-ghirri-a-saul-leiter-ossessione-fotografica

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