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Archive for the ‘Fotografia conferenze’ Category

Si chiamano incontri ma in realtà sono lezioni magistrali sulla Fotografia, quelli tenuti dal giornalista e blogger Miche Smargiassi al Modernissimo, il sabato mattina, l’ultima lezione ha scatenato cinque minuti di applausi finali. Al centro il rapporto fra Luigi Ghirri e Gianni Celati “Fare le carezze al mondo”nel titolo l’intenzione di Ghirri, scomparso troppo prematuramente nel 1992.

L’attacco della conferenza è stato musicale con “Desolation Row” di Bob Dylan e tutti hanno pensato che la musica fosse di buon augurio al grande Bob che aveva compiuto gli anni un giorno prima e più o meno coetaneo di Ghirri. In realtà la figlia di Ghirri ha confessato che era il brano preferito dal padre.

Leggere le immagini come ghirroglifici è stato lo scopo della conferenza, contrapponendo alle metropoli fotografate dai postmodeni, una versione del mondo prossima, ordinata, una marginalità che critica il centralismo culturale dell’industria dell’arte. Franco Vaccari parla delle sue immagini come il frugare nei quartieri dove vive la maggioranza della gente, un sogno domestico, una utopia da camera.

Entrare nel paesaggio urbano, da parte di Ghirri, che era geometra, per di più, con il benessere in palladiane alluminio anodizzato, consumi modesti e dignitosi, creando con ciò un nuovo paesaggio, immagini sopra le immagini. L’incontro con Gianni Celati viene sancito dal tutto, per Ghirri, può avere interesse, perché tutto fa parte dell’esistenza.

Ed ecco il loro “Viaggio in Italia” del 1984 , in queste opere Ghirri rinnegava uno sguardo predatorio della realtà, percorrendo assieme la pianura padana come un attraversamento. E mentre Ghirri fotografava a Celati non sembrava di vedere nulla di significativo.

La risposta di Ghirri: “quando non c’è niente da vedere bisogna guardare l’orizzonte.”

Fare le carezze al mondo è l’espressione usata da Walker Evans che ha condiviso in pieno Lugi Ghirri, lavorare fotograficamente sul rallentamento delle immagini ” il linguaggio delle domande sul mondo”.

La nebbia per Luigi Ghirri è il respiro della terra, nella nebbia il linguaggio deve acuirsi, per vedere , dice Marco Belpoliti, una nebbia rivelatrice fra noi e il mondo.

Luigi Ghirri muore improvvisamente il 14 febbraio il giorno di San Valentino, la sua ultima opera esposta anche al Festival della fotografia Europea di Reggio Emilia è un fiume che nel suo rettilineo corso si confonde fra la nebbia come dissolvendosi all’orizzonte .

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